martedì 18 dicembre 2007

Non ci posso credere...!!!

E così siamo arrivati al terzo giorno del mio week-end Pittsburghiano. La mattina con tutta la famiglia di Julie (Padre, madre, fratello, sorella) siamo andati al famoso Strip District (http://www.pittsburghneighborhoodtours.com/pr13/neighborhoods/default.asp?nHood=7), dove abbiamo incontrato Sam.
E' un posto molto "caratteristico", dove ci sono un sacco di negozi "mediterranei", greci, ma soprattutto, nemmeno a dirlo, italiani!
Ci sono i classici ristoranti, ma soprattutto le Salumerie!!! Incredibile, negozi italiani, con prodotti di marche italiane e che non costano cifre assurde! In uno di questi, addirittura, avevano, pane e focacce, si avete capito bene, focacce!, a volontà, che per un attimo, mi è sembrato di essere in Italia...gli stessi odori, gli stessi sapori!
A pranzo sono andata in un classico "postaccio" americano, quelli dove il colesterolo te lo servono compreso nel prezzo!
Eppure è uno dei posti più famosi a Pitt, e io, naturalmente, da wanderlust curiosa del mondo, ho apprezzato!
Mi hanno servito un sandwich così alto che non riuscivo ad addentarlo, ma ormai ho imparato, qui in america, se il sandwich riesci a mangiarlo facilmente, senza sforzo e senza i pezzi che ti cadono dappertutto, non è un buon sandwich! E questo invece lo era.
L'ho mangiato bevendoci sopra la classica tazza di caffè americano (lo so, amici italiani, che state inorridendo, ma ormai dovete accettarmi per quello che sono...diventata ;).
Dopo pranzo ho salutato la famiglia di Julie e sono andata a casa di Sam. Anche la famiglia di Sam, come tutte le famiglie americane, è una famiglia numerosa, 3 figli e una figlia.
Anche casa di Sam era bellissima, immersa tra gli alberi, comunicava un senso di pace e di tranquillità, lo stesso che mi comunicava la famiglia di Sam.
E' stato bello cenare con loro e sentirsi subito "una di famiglia", come se ci conoscessimo da sempre.
Dopo cena siamo andati a vedere uno spettacolo incredibile, è chiamato "Celebration of Lights" (http://www.thepittsburghchannel.com/slideshow/holidays/1043292/detail.html) e praticamente è un percorso di quasi 4km con più di due milioni di luci! Praticamente vengono creati in un bosco dei corridoi di luce o delle figure, immagini tipiche del natale americano, tipo Jakob in the box, Rudolph red noise the reindeer, Santa Claus e le sue reindeer, Frosty the snow man, più libero spazio alla fantasia degli autori! E' qualcosa che ti lascia inevitabilmente a bocca aperta e le foto non renderanno mai giustizia a questo incredibile spettacolo!
Per attraversare tutto il bosco ci vuole quasi un'ora e la sensazione che si prova è di meraviglia completa, come ritornare bambini!
Anche perchè le luci è come se fossero in movimento, si accendono e si spengono dando la sensazione del movimento: tipo le renne che sembrano saltare nel bosco, il drago che sputa fuoco mentre improbabili pompieri lo inondano di acqua...tutto dinamico, incredibile!
La seconda tappa della serata è stata altrettanto incredibile, siamo andati nel centro di Pittsburgh, dove c'è -- unbelievable (tanto per cambiare un po' ;) una pista di ghiaccio, nel mezzo di 4 grattacieli, ricoperti di specchi, con al centro un albero di Natale gigantesco, come potete vedere dalla foto!;) La cosa stupenda è che l'albero di Natale si riflette negli specchi dei grattacieli e lo spettacolo è a dir poco...indovinate un po?...Incredibile! :)
Ho pattinato per più di un'ora, senza neanche cadere una volta, il che è un record, considerando il fatto che era la mia seconda volta!
La serata si è conclusa con un breve tour su una collina dalla quale si può ammirare l'intera Pittsburgh illuminata!
Come nel migliore dei film...
THE END

venerdì 14 dicembre 2007

Black Friday!

Il giorno dopo quello del Ringraziamento è il famoso BLACK FRIDAY. Vi chiederete perchè si chiami Black Friday...perchè inizia *UFFICIALMENTE* lo shopping natalizio e molti negozi fanno delle promozioni incredibili, tipo sconti del 50% su i primi X prodotti...e quindi la gente che fa? Si apposta all'ingresso dei mall e dei negozi alle 4 del mattino, talvolta dorme fuori tutta la notte; per i negozi che sono aperti 24 ore su 24 si stabilisce un'ora di inizio saldi, che di solito è alle 4 del mattino! E quindi il Friday è Black perchè inizia prima che sorga il sole, quando il cielo è ancora scuro!
Ora voi mi direte, ma la gente lo fa anche in Italia, si, con l'unica differenza che qui di notte si scende sotto lo zero e se sei fortunato nevica pure!
Naturalmente io non ho fatto niente di tutto questo, ma sono andata a fare shopping con Julie e la sua cool sister Sammy comodamente alle 11!
Sammy era proprio Kelly di Beverly Hills :), uguale!, incredibile, tutta stile e bellezza, innamorata (come me) di Sex and the City, e sempre perfetta e con una seria infinita di paia di scarpe... :)
La sera del venerdì siamo andati alla sinagoga, perchè la famiglia di Julie è di religione ebrea. Per me era la prima volta.
Una cosa divertente: la madre di Julie mi ha chiesto se ero mai stata in una sinagoga. Ma io non ho capito dalla sua pronuncia del termine sinagoga a cosa si riferiva e ho guardato Julie con aria interrogativa, la quale mi ha detto, per farmi capire: "The jewish church", inutile dire che la madre di Julie era un po' disappointed...ma poi ci abbiamo riso su insieme.
E' stata una bella esperienza, parte della celebrazione è in Ebreo e poi ad un certo punto prendono la Torah, che non è un libro normale, ma è tipo un rotolo, lo srotolano e il Rabbi inizia a leggere e un'aria di solennità aleggia su tutto!
Sono contenta per questa esperienza, è un altro sguardo in un punto lontano della pianura infinita, un passo che non avrei mai immaginato di fare prima, un passo che sono contenta di aver fatto.

Continua...

venerdì 7 dicembre 2007

Thanksgiving

Questo post è probabilmente un po' datato, nel senso che il week-end del Thanksgiving è passato già da un po', ma mi è mancato il tempo di scrivere di questa bellissima esperienza. Il week-end del Thanksgiving cadeva quest'anno tra il 22 e il 25 Novembre. Per gli americani è una delle feste principali dell'anno, un po' come da noi Natale. Tutta la famiglia si riunisce e si dedica a quella che è la principale attività di questo week-end: mangiare!!! --Ve l'avevo detto che era come in Italia!!!--
Io il week-end del Thansgiving sono andata con Julie e Sam (due miei amici americani) a Pittsburgh, loro tornavano lì dalle rispettive famiglie e hanno deciso di portarmi con loro...e io naturalmente sono stata felicissima di questo!
Ricordo con nitidezza, quando partendo da Ann Arbor, mi sono allacciata la cintura e ho pensato: Inizia l'avventura!
Si, perchè di avventura si tratta, ci siamo messi in viaggio alle 9 di sera e ci aspettavano 5 ore di viaggio, perchè Pitt non è poi così vicina!!!
Dopo poco dall'inizio del viaggio ci siamo fermati ad una stazione di servizio e J&S hanno insistito che io mangiassi le "schifezze" di TacoBell! TacoBell è un FastFood americano, dove una specie di Pita costa 40cent (!!!) e dentro c'è insalata, carne, formaggio...tutto chimico naturalmente...con 40c non ci compri neanche la carta in cui ti incartano la pita!!!!
Però dovevo fare questa esperienza, a quanto pare fa parte del American-life-style-culture...e l'ho fatta, ma fortunatamente sono ancora qui, viva, a raccontarlo! :)
Mentre ero in macchina pensavo costantemente: "è un sogno, non può essere vero, chi l'avrebbe mai detto!". Pensavo che era come vivere in un film, non riesco a spiegarlo, se non dicendovi che mi sentivo in una puntata di "Beverly Hill 90210", tutto quello che avevo visto in TV da bambina, era come se giorno dopo giorno prendesse forma reale, come avessi acquisito la consapevolezza che ogni giorno fosse un regalo, come sentirsi "fortunata"!
E non avevo ancora visto niente!
Siamo arrivati a Pitt molto tardi, la casa di Julie era bellissima, neanche a dirlo, come quelle dei film...una classica casa di una classica famiglia americana, e avevo, neanche a dirlo, un lettone immenso tutto per me.
Per inciso, sembra che gli americani non conoscano cosa sia il letto singolo e che non comprino un letto se non c'è bisogno della scala per infilarcisi dentro :) ma io AMO i letti americani, sono così accoglienti e caldi!
La mattina mi sono svegliata e dalla finestra della mia camera vedevo cadere piccoli fiocchi di neve lenti, la mia prima neve americana...lo so, devo smettere di dirlo, ma mi sembrava un sogno.
Il giorno del Ringraziamento è passato pigro, tra preparativi e poi la cena. Io avevo portato in dono il *panettone* e due vini: il Salice Salentino della mia Terra e il Chianti, che con quello non si sbaglia mai...e infatti!
Abbiamo mangiato il tipico Tacchino (poveri tacchini, ne uccideranno a migliaia!), con la gravy sauce, e il purè e il purè di zucca e alla fine la classica apple pie american dal peso specifico indefinito!
E così se ne è andato il primo giorno e se ne va anche il primo post...stay tuned se volete sapere il resto!!! :)

giovedì 6 dicembre 2007

Famiglie americane...d.o.c.

La parrocchia che frequento qui ad Ann Arbor ha organizzato un simpatico ciclo di cene, dove tre/quattro studenti per volta incontrano una famiglia americana, (davvero americana!) e possono così sperimentare cosa significa "essere americano"!
La prima cena è stata con una famiglia davvero funny, una coppia molto giovane, con tre figli tra i 6 e gli 11 anni, due cani, uno piccolo e bianco e l'altro nero e grosso, naturalmente il piccolo era quello più temibile e più incontrollabile!
E poi, last but not the least, un pappagallo di 70cm verde e rosso, come si vedono nei film, che parlava, si parlava!, dicendo: "I am a pretty bird".
Erano molto easy-going e very funny, combinavano un sacco di danni e alla fine della cena mi hanno anche preparato un vero caffè italiano con la loro macchina "de longhi" e non riuscivano a spiegarsi come e perchè a me piacesse il caffè americano!
Anzi, a dire la verità, erano molto "disappointed about this"

Invece ieri sono andata a cena da un'altra coppia, una coppia anziana, sessantina passata, ma molto attiva.
Avevano una casa bellissima, classica classe medio borghese, ma per niente supponenti, ma molto molto nice.
Impegnatissimi nel volontariato, curiosi, ancora, nel giorno del thanksgiving vanno a dare una mano alla mensa dei poveri, non so con quale forza...e da dove la prendano, ma vanno.
Nancy aveva preparato la tavola con molta attenzione e cura e prima della cena ha rigorosamente acceso due candele.
Tutto era perfetto, e aveva preparato una cena solo con cose che venivano dal michigan, per noi.
Alla fine della cena c'era il formaggio e dei deliziosi piattini per il formaggio e poi il dolce.
Mi sono sentita un ospite importante e coccolata ed è stata senza dubbio la migliore cena da quando sono qui ad ann arbor e non per il cibo, che era cmq delizioso, ma per l'amore con cui il tutto era stato preparato e servito.
A cena c'erano anche una ragazza indiana e una ragazza nigeriana.
Alla fine della cena, poichè nella sala da pranzo c'era un pianoforte a coda, abbiamo chiesto chi lo suonasse. Nancy ci ha detto che lo suonava Neal, il marito, e quindi subito abbiamo chiesto di intonarci qualcosa. E lui ci ha suonato 3canzoni!
Era una coppia che aveva viaggiato molto, e ci ha raccontato dei suoi viaggi in Israele, in Grecia, in Turchia, in Italia...
Li guardavo e pensavo che un giorno mi sarebbe piaciuto essere come loro, ancora innamorati nonostante l'età, ancora insieme, con un bagaglio enorme di esperienze che avevano condiviso, come fossero una persona sola e che adesso potevano raccontare.
E ho immaginato la loro vita in una serata normale, tornare a casa, cenare insieme, lui che suona il piano e lei che ascolta, guardare la televisione, andare a dormire insieme.
C'era un calore nella loro casa che mi è dispiaciuto abbandonare.
Ma sono uscita di casa con la consapevolezza di sapere ancora più fermamente cosa voglio dalla mia vita.

lunedì 3 dicembre 2007

Mal comune mezzo gaudio



A volte la ricerca può essere frustrante, passi da momenti di esaltazione a momenti di buio assoluto.
E può capitare che anche se cerchi e ricerchi a volte semplicemente giri a vuoto!
Solitamente quando giri a vuoto non fai altro che scaricare la posta ogni 5 secondi, sperando che un'email attragga la tua attenzione, che un'email cambi il corso noioso della giornata o ti dia nuovi stimoli...insomma giri a vuoto!
In uno di questi miei tournament nella posta mi è capitato di trovare un announcement: "Jorge Cham, author of the Piled Higher and Deeper comic strips, to campus on January 15!". L'annuncio sembrava abbastanza entusiasta, di quelli che, insomma, non ti puoi perdere. E così sono andata sul sito http://www.phdcomics.com/ (da dove sono tratte le seguenti immagini, la prima pubblicata 9/26/2007 , la seconda 9/21/2007) e ho scoperto un mondo nuovo! Ho scoperto che nel mondo c'è tanta gente accomunata da una tristemente allegra sventura! Triste per noi, ma divertente per tutti, noi compresi!
Ho preso a leggere e mi sembrava incredibile quanto le vicende narrate fossero uguali alle mie esperienze, impossibile!!! E mi sono ritrovata, addicted, dopo pochi minuti a leggere le strip una dietro l'altra, ridendo come una matta delle mie stesse sventure! Però consolata dal fatto che "tutto il mondo è paese" e anche qui in america i PhD student hanno i nostri stessi problemi con gli advisor, gli studenti e la vita o, tanto per citare, la vita (or the lack thereof) in Academia!
Questo uomo è un genio...o semplicemente un buon osservatore...perchè non viene anche a me un'idea così semplice e geniale per fare i soldi divertendomi...guadagnare tanto e lavorare poco, invece che lavorare tanto e guadagnare poco come adesso...

domenica 2 dicembre 2007

Intermezzo

Mi veniva difficile scrivere qualcosa dopo l'ultimo post...che mi sembra essere così "autoconclusivo" che postare qualsiasi altra cosa mi sembra un di più!
Allora ho deciso di postare questo post *inutile*, giusto per rompere il ghiaccio!
Un abbraccio a tutti i miei lettori...anche a quelli "nascosti", che non postano mai, ma leggono!

martedì 20 novembre 2007

La gioia che da' una pianura infinita...


A volte quando penso alla fantastica esperienza che sto vivendo, mi chiedo...che cosa c'è poi di così fantastico? E subito mi rispondo che è la combinazione di un sacco di cose, certo, che ha però la propria summa nel conoscere gente che proviene da tutto il mondo, entrare in contatto con culture diverse e lontane dalla propria, vedere il mondo da un punto d'osservazione diverso.
Ecco, credo che il punto sia proprio questo: vedere il mondo da una prospettiva diversa. Troppo spesso accade nella nostra vita che siamo così impegnati a fare le cose che stiamo facendo che ci dimentichiamo della vita, la vita? Cosa sarà mai questa sconosciuta?
Un po' come in quella frase che spesso ci capita di leggere sulle magliette o qualche sito internet: la vita è qualcosa che ci capita mentre siamo impegnati a fare qualcos'altro.
E' come se con l'ingresso nell'età adulta smettessimo di farci domande, di avere quella sana inquietudine che ha tormentato i nostri anni adolescenziali, e ci adagiassimo su un "così è e non può essere altrimenti".
Ci alziamo al mattino e andiamo al lavoro, torniamo a casa e non ci stupiamo nemmeno più della stupidità presente alla TV, il giovedì la partita di calcetto (per me), il venerdì si esce, perchè il venerdì si esce, e piano piano ci dimentichiamo del perchè e come siamo arrivati dove siamo arrivati.
E come se ad un tratto non è che smettessimo di camminare, ma continuassimo a camminare tracciando un cerchio anziché una retta, e non andiamo più avanti, ma semplicemente camminiamo su questa traiettoria circolare, segnando un solco sempre più profondo nel terreno stesso e questo solco a poco a poco diventa un fossato e le sue pareti diventano così alte che, ad un certo punto, semplicemente non possiamo vedere null'altro. E pensiamo che il mondo sia tutto lì, il nostro solco, che continuiamo a percorrere e perdiamo la curiosità di esplorare, di alzarci sulla punta dei piedi e vedere cosa c'è al di là del solco.
Ecco, io ero nel solco...e subito dopo mi sono ritrovata qua, aperta pianura, tutta da esplorare!
All'inizio è stata una vertigine, poi piano piano ci si abitua. E si inizia a camminare, a zig-zag.
Qua non esiste la "verità", la "normalità", tutto è relativo, non esiste una religione predominante, un stile di vita predominante, niente è considerato "a-normale". Lo capisci osservando la gente che mangia praticamente a tutte le ore, non esiste l'ora del pranzo o della cena, c'è chi si sveglia alle sei di mattina e mangia alle 11, chi si sveglia all'una, mangia alle cinque e poi sta sveglio tutta la notte. E nessuno si permetterà mai di venirti a dire che il tuo ritmo di vita non è regolare o che la tua "religione del cane della vicina" non è da prendere sul serio.
E quindi è qui che riconsideri un po' tutto, non puoi non farlo, non sei più protetto nel tuo solco e non puoi far tacere la voce della tua coscienza dicendo "continua a camminare è così che deve andare, è questo il tuo spazio".
No, non lo sai più se è così che deve andare, o almeno lo devi considerare e ponderare accuratamente prima di rispondere...prima di rispondere a te stesso, prima che agli altri.
Perchè qua non hai appigli, e se non hai punti di riferimento solidi rischi di smarrirti.
Però è bello, questo senso di vertigine è un senso di libertà, lo stesso che ho provato alle Clift of Moher in Irlanda, è la possibilità di guardare l'orizzonte che ti permette di respirare a pieni polmoni e la possibilità di non vedere la fine del cielo che ti lascia libero di immaginare dove il cielo andrà a finire.

lunedì 19 novembre 2007

Alla ricerca della cucina perduta

Ogni sera, quando torno a casa da lavoro, sono mediamente affamata. Tuttavia la mia fame svanisce nell'istante in cui varco la soglia di casa...e vedo i miei roommate cinesi che operosamente cucinano!
Prendono dalle buste una quantità infinita di cibo e la spargono sul tavolo, sulla cucina, dovunque e tu ti chiedi: dov'era tutta questa roba un attimo prima?
Iniziano alle 7 di sera e vanno avanti per almeno un'ora e mezza, mescolando intrugli, solidi e liquidi, non ben identificati. Sulla cucina ci sono almeno 3 o 4 pentole che ribollono colme di liquidi biancastri. Solitamente l'odore che accompagna questi procedimenti, tanto simili alla preparazione di pozioni magiche, non è dei migliori, anzi diciamo che è la principale causa dello svanire della mia fame.
Quindi di solito mi rinchiudo nella mia stanza aspettando che finiscano, ma non finiscono mai, mai, perchè adesso vivo con 5 cinesi che cucinano a turno e quando hanno finito di cucinare, verso le 10 di sera, iniziano a cucinare per il giorno dopo...e vanno avanti fino a mezzanotte. Io di solito mi consolo mangiando del formaggio con del pane nella mia stanza o affogo i dispiaceri nel coppone di gelato al caffè di Starbucks!
Stasera sono tornata a casa alle sette e stranamente non c'era nessuno...uao!, ho subito pensato che finalmente la cucina era mia!
E quindi ho preso a cucinare, niente di speciale, un po' di vegetable, mashed potatoes...ed ecco che è arrivato Lai...
Quando ho finito di cucinare sono arrivati anche Ching e Chan...e lì ho capito che era la fine...non mi restava molto tempo, ho realizzato che ero appena in tempo per salire al secondo piano e mangiare lì, gli odori, che già iniziavano a sprigionarsi, ci avrebbero messo un po' ad infestare il primo piano, e poi il secondo...avevo giusto 10 minuti per mangiare il mio piatto.
Tuttavia ho avuto questa brillante idea di offrire il mio purè ai tre cinesi curiosi, che l'hanno davvero apprezzato ed erano sorpresi...e continuavano a ripetere "ohooo", che è la loro espressione più frequente di meraviglia.
Questa cosa li ha distratti per un po', hanno iniziato a parlottare tra loro, e io ho preso tempo!
Sono andata su e ho mangiato guardando alla TV le persone che in america si operano agli addominali per averli scolpiti...a altre stupidaggini del genere...ma questo è un altro post!
Volevo concludere questo post con un messaggio a tutti i miei amici: quando tornerò in Italia sappiate che se mi inviterete al ristorante cinese risponderò molto educatamente e cortesemente: assolutamente no, grazie! :)

PS: Leggete questo post con ironia, che non intende essere razzista, in fondo è un problema mio se non sopporto la puzza di fritto! In fondo li voglio bene a i miei 5 amichetti cinesi, tranne quando cucinano però! :)

venerdì 16 novembre 2007

Traditi, ma pur sempre innamorati!

Lunedì scorso sono andata ad un concerto organizzato dal consolato italiano di Detroit per gli italiani all'estero. Mi fa quasi impressione dirlo, ma mi sembrava di essere un po' "immigrata" anche io... Suonava un chitarrista classico, Alessio Nebiolo, molto bravo e pare anche abbastanza famoso. Ma la parte migliore dell'evento è stata quella che è seguita al concerto stesso! C'è stato un rinfresco preparato da Silvio, l'unico vero pizzaiolo di ann arbor! Il rinfresco era a base di pizza, dolci e vino...naturalmente italiano e naturalmente buonissimo. A parte il delirio di felicità del mio stomaco, troppo spesso frustato dal cibo grasso, fake e colesterolo-driven di questa landa, è stato bellissimo incontrare e soprattutto parlare con un sacco di italiani...che avevano storie ed età diverse. Ho conosciuto gente che era in america da più di 40 anni e l'italiano quasi non se lo ricordava più, gente che era immigrata per un po' di pane e che aveva ormai "figli americani", che l'italiano non lo sapevano neanche. E poi ho conosciuto i cosiddetti "cervelli in fuga", professori e studenti di dottorato, venuti qui a cercare di realizzare il loro sogno. Felici perchè qui possono fare ricerca, possono insegnare, hanno le risorse per farlo, ma tristi perchè "l'Italia manca un sacco e se la situazione fosse diversa, e se si avessero le risorse, e si che mi piacerebbe tornare". Tutti mi chiedevano se avevo intenzione di rimanere negli Stati Uniti, quasi fosse una via obbligata. Abbiamo riso e scherzato (amaramente) sul fatto che è difficilissimo far cercare di capire agli americani il "sistema" italiano: che se non resti sempre nella stessa università non hai speranza di fare una carriera. Qui in america è completamente l'opposto, se fai il Ph.D. in un'università, DEVI necessariamente fare il post-doc in un'altra e poi ti devi spostare ancora, e l'università dove sei "nato" non ti considera più, a meno che tu non vinca il premio nobel o ci arrivi quasi vicino...
Un'altro mondo, un altro pensiero.
Tutti se potessero tornerebbero, tutti sanno che non possono tornare.
Qualcuno ci spera, spera che dopo qualche anno si possa tornare...ma poi quasi tutti si sposano qua, hanno mogli e figli americani e l'Italia è solo un posto per andare a passare le vacanze, ma non sempre.
Questo mi diceva qualcuno con una certa rassegnazione...eppure tutti in Italia ci lasciano il cuore, tutti traditi e ancora innamorati.

giovedì 15 novembre 2007

Buongiorno, notte

E' un piacere avere lettori così profondi"! Ricambio il consiglio sul film con un consiglio allo stesso tempo cinematografico: "Buongiorno, notte" di andrea bellocchio (http://www.italica.rai.it/index.php?categoria=cinema&scheda=buongiornonotte), è un film su Aldo Moro, ma visto da una prospettiva completamente differente rispetto a quelli precedenti. Anche vedendo quel film mi sono chiesta se potevo essere fiera di essere italiana. L'ho visto ad Ann Arbor, in un'atmosfera surreale, con solo un'altra ragazza nella stanza buia del MBL (Multi Language Buiding). Una ragazza bellissima che è scappata prima della fine del film, prima che potessi chiederle se era italiana o americana, prima che potessi chiederle, in entrambi i casi, ma tu che ne pensi?
Forse era anche lei parte del film...della mia immaginazione...quando vedrete il film capirete cosa intendo.
E comunque, al di là di tutto, è un bellissimo film, che oltre che far riflettere, è un'opera d'arte in sé.
E c'è tanto bisogno di bellezza in questo mondo.

PS: Qui ad Ann Arbor fanno un sacco di film in italiano per gli studenti che lo studiano, uno ogni settimana, e la cosa fantastica è che sono tutti film bellissimi (se volete dare un'occhiata: http://italianfilmseries.blogspot.com/), quelli che in Italia di solito ti perdi perchè li mettono ai cinema sperduti e li tolgono dopo una settimana per fare spazio a "Vacanze di Natale 239"! Very sad! :(

mercoledì 14 novembre 2007

Fiera di essere italiana...ma posso poi esserlo?

Sabato scorso sono andata a vedere la Bohème. In quanto studente ho pagato un prezzo ridicolo: $9, meno di una pizza e una birra per vedere un autentico commovente spettacolo. Gli americani vanno matti per l'opera e per gli italiani. C'è gente che studia l'italiano solo perchè vuole cantare all'opera. E infatti l'opera era interpretata da studenti dell'università del Michigan, studenti della School of Music (che qui è come se fosse una facoltà a tutti gli effetti) che cantavano in italiano perfetto...e non mi sarei mai accorta che erano americani, se non l'avessi saputo. Ero lì, sognante e pensavo a quanto ero fiera ed orgogliosa di essere italiana...
E se Puccini avesse immaginato quanto lontano sarebbe arrivata la sua opera...e all'immagine che hanno di noi italiani, paese di cultura, musica, arte...E sorridevo come un'ebete, fiera e orgogliosa, fiera e orgogliosa della mia Terra.
Ero contentissima, pensavo a me, in questa landa sperduta degli stati uniti, a guardare un'opera italiana, insieme a persone che ne erano entusiaste pur non capendo nulla di italiano!
Poi però mi sono messa a pensare...pensavo: a quante persone piace l'opera in Italia? Quanti imparerebbero una lingua straniera solo per cantare all'opera?
E poi è successo che hanno ammazzato quel tifoso...e tutta la mia allegria è sparita... pensando a quanto è diversa l'italia vista dal di dentro e dal di fuori!
Non lo so, non lo so perchè c'è così tanta violenza in Italia, non riesco a capirlo, ancora di più ora che sono qua, e che lo sport è visto con occhi così diversi...
Ho pensato a quanto ero stata solo un attimo prima orgogliosa della mia nazione e quanto povera, invece, mi è apparsa dopo.
Quale sia il suo vero volto non lo so, e mi chiedo se avere i biglietti del teatro per gli studenti a $9 possa aiutare. Se solo scoprissero la bellezza che c'è nella nostra ricca storia, di cui dobbiamo andare fieri, perchè tutto il mondo ci ammira (e ci invidia)...invece di rovinarla con il nostro a volte squallido presente.

giovedì 8 novembre 2007

Perchè non è tutto oro quello che luccica...



Questa è la terra delle contraddizioni. Questa è la terra delle possibilità...per chi nasce nella famiglia giusta. Oggi sono andata alla Wayne State University di Detroit. Un altro mondo. Intendiamoci, sempre università americana, quindi mediamente meglio di una qualsiasi università italiana, ma ti accorgi subito che è una di quelle che qui direbbero università di secondo livello. Da cosa te ne accorgi? Dal numero di studenti di colore (nero) e mussulmani che la popolano, e da come sono vestiti, niente nike o brand costose. Alla UofM è altamente improbabile incontrare studenti di colore o mussulmano. Lì erano la maggioranza. E' triste dirlo, ma qua ti accorgi quanto purtroppo siano veri certi film americani...ai neri vanno i lavori più umili, qua se non nasci con la camicia è difficile che tu possa mai avere una giacca. Naturalmente fanno eccezione i giocatori di football e pallacanestro.
Una scena che riassume la realtà americana? Il sabato, prima della partita di football, i giovani (ricchi e bianchi) americani, si ubriacano aspettando la partita, in party a base di lattine di bud e miller. Ubriachi, buttano le lattine nel giardino, non devono preoccuparsi di raccoglierle, c'è chi lo farà per loro. Chi? Persone di colore si aggirano attraverso i bianchi ubriachi e festanti e raccolgono le lattine, later potranno guadagnare 25cent per ogni lattina riciclata. Questo è il volto della nazione delle possibilità...per chi ce le ha.

PS: Naturalmente questo post non vuole essere razzista, ma riporta solo quella che (purtroppo) è la realtà.

mercoledì 7 novembre 2007

Quando si dice customer satisfaction...


Premetto che non voglio fare pubblicità, e che non sono pagata dalla Puma o da Foot Locker, ma questa storia ve la devo raccontare! Qui in america la customer satisfaction è più di una parola (anzi due), è una realtà!
Venerdì scorso sono andata a fare shopping, entro da foot locker e chiedo di provare un paio di puma (nella foto), che, oltre che bellissime, hanno un prezzo altrettanto attraente.
Le provo, bellissime, ma mi accorgo che sono un po "skrecciate", imperfezioni minime, ma perchè non chiedere se magari hanno un altro paio? Quindi chiedo al commesso, gentilissimo, nonostante l'ora di chiusura sia passata da un po', se, così, magari, nè ha un altro paio. Lui si rintana nel retrobottega per cinque minuti abbondanti, segno che cerca veramente (prima domanda: in Italia avrebbero cercato veramente?) torna "distrutto", dicendomi che quel numero è l'ultimo paio in nero, che non ne ha un altro, (seconda domanda: quanti commessi in Italia per una richiesta del genere per un'imperfezione minima mi avrebbero considerata una rompiscatole psicopatica?) a quel punto stavo per dire: "Va bene, non importa, prendo queste", quando il commesso mi dice: "Se vuole le possiamo ordinare" (terza domanda: quanti lo avrebbero fatto in Italia?). Io con la mia mentalità "italiana" inizio a pensare: adesso dovrò aspettare chissà quanto, poi tornare qua a prenderle e uffa...dimenticando di essere nella terra dell'efficienza! Lui si prende il mio indirizzo e mi dice che le scarpe mi verranno consegnate dall'UPS entro 5giorni!!!!!
Fine della storia? L'ordine è stato inoltrato alle 9.15 del venerdì sera, le scarpe mi sono arrivate martedì pomeriggio!!!!
Cioè meno di due giorni lavorativi!
Domanda finale: questa storia sarebbe mai potuta accadere in Italia? Quando si dice customer satisfaction...

lunedì 5 novembre 2007

Finally...snow!

Ann Arbor (oggi)
2°C
Snow
Wind: W at 21 km/h
Humidity: 76%

Bari (oggi)
11°C
Cloudy
Wind: W at 6 km/h
Humidity: 50%


Cioè non posso nemmeno dire: però qui almeno è un freddo secco!
Però almeno qui non c'è vento!
Però almeno non piove...ah, si, questo lo posso dire, qua nevica!
I will not survive...now I am sure!

venerdì 19 ottobre 2007

Si fa presto a dire...grocery store

Il supermercato americano è l'essenza della vita qua in america! Non puoi conoscere e capire a fondo lo stile di vita americano se non sei mai entrato in un supermercato! E' per questo credo che quando si viene qui in america come turisti si crede che gli americani siano persone come noi e che non ci sia poi tanta differenza tra noi e loro...non è affatto vero!
Il supermercato americano è una cosa immensa, come tutte le cose americane, e se non stai attento puoi perderci le ore nel disperato tentativo di "dominarlo" e avere la meglio su di lui, niente da fare, fatica sprecata!
I cereali. Supponiamo tu abbia deciso di fare colazione con i cereali, che fa molto americano, trovi faticosamente il corridoio dei cereali tra i tanti e ti appresti a scegliere, ma capisci subito che sarà un'impresa ardua: almeno un centinaio, non esagero, forse di più, tipi di cereali diversi! Almeno 30-40 marche diverse, ci sono quelli con l'uvetta, quelli ai 5cereali, quelli con le noci, quelli con le noci e l'uvetta ma non i frutti di bosco, quelli che hanno anche i frutti di bosco e quelli che hanno solo i frutti di bosco, quelli con il cioccolato, quelli al cioccolato, quelli per i bambini, quelli per i grandi e quelli che non capisci che differenza c'è!
Se non stai attento se ne va una buona ora per scegliere, e poi supponiamo che ti serva il latte, che con i cereali lega bene...credi sarà più facile scegliere? Povera illusa, ma non lo sai che oltre ai tipi di latte che ci sono anche in Italia qui c'è quello "low fat", "no fat", "2%fat", "organic", "with vitamin D", quello di soya e chi più ne abbia più ne metta!
Ah qui, tra parentesi, hanno tutti la mania di addizionare le cose con le vitamine, anche l'acqua non è normale, c'è quella con le vitamine, quella al gusto di fragola, quella che non si sa che c'è...
Per non parlare del banco carni...50metri di carni diverse, e per i formaggi è lo stesso, e per i succhi di frutta non ne parliamo!
Sembra che se non puoi scegliere tra almeno 100 tipi diversi non hai scelta!
Poi c'è il banco frutta, dove tutto è rigorosamente diviso tra Organic e non organic, l'organic costa naturalmente il doppio e non si sa perchè e ti chiedi cosa mai ci sarà di letale nelle mele che non sono organic???
E potrei rischiare qualche rara e brutta malattia cibandomene??
Naturalmente il reparto frutta è 4stagioni, trovi tutto, indistintamente, dalle fragole, all'anguria, ai meloni, all'uva e naturalmente c'è anche il reparto con la frutta sbucciata perchè qua il target è minimizzare lo sforzo!
Anche le carote sono già pulite e tagliate a piccoli pezzi, pronte da mangiare, e così tutto il resto.
Le insalate.
Anche qui almeno 50 combinazioni diverse di insalate in busta chiusa, già lavate e pronte da mangiare!
E le zuppe? Come per i cereali, una distesa infinita di barattoli...
Quando arrivi alla cassa c'è il tizio che ti mette le cose nelle buste e ti chiede "plastic o paper?", cioè se preferisci la busta di plastica o di cartone.
Gli americani usano portarsi i carrelli della spesa appresso, mentre torni a casa vedi la strada disseminata di carrelli, lasciati così, nei prati o agli angoli delle piste ciclabili.
E mentre torni a casa ti chiedi, pensieroso, avrò scelto i cereali giusti?

domenica 14 ottobre 2007

The Big Sister II (La vendetta)

La mia padrona di casa continua a dare segni di squilibrio. Premetto che qua siamo passati, in meno di una settimana, dai 30° (40° percepiti) di domenica scorsa, ai 3° gradi di venerdì sera, senza un minimo preavviso!
Tuttavia, la mia padrona di casa sostiene che è troppo presto per accendere il riscaldamento e noi europei non capiamo che in realtà non è ancora freddo (!!!), ma il vero freddo deve ancora arrivare e che qua, siccome il riscaldamento costa caro, le persone (gli americani, lei sostiene!) lo accendono non prima di dicembre!!! Al che io ho fatto un piccolo veloce sondaggio tra i miei amici americani...inutile dire che nessuno mi ha confermato questa cosa! Allora ho deciso di riscaldarmi usando una stufa di quelle che sputano calore e lei mi ha detto che non potevo usarla perchè quelle consumano molto e che se l'avessi usata lei mi avrebbe "fatturato" il suo costo! A questo punto io mi chiedo: ma queste "bill included" di cui si parla nel lease cosa comprendono? Visto che a quanto pare non comprendono il riscaldamento nè a gas, nè quello elettrico?!?
To be or not to be, this the problem...

Perchè qua lo sport è una cosa seria...

Venerdì sera ho deciso di dare una svolta alla mia vita sonnacchiosa qui ad Ann Arbor e andare a giocare a calcio indoor.
Non deve essere poi tanto diverso, ho pensato, e invece no, è completamente diverso. Il campo da calcio indoor non ha angoli, ma i bordi arrotondati e la palla non è out se tocca il muro esterno, ma solo se tocca il soffitto, quindi puoi usare il muro come sponda quando fai i passaggi.
Si possono fare le sostituzioni al volo, ci sono due tempi da 22minuti. All'inizio questa cosa di dover giocare 10 minuti e poi uscire mi scocciava un po', dopo ho capito che serve a salvarti la vita...da un principio di infarto!
Questi corrono come assatanati e si fanno il campo su e giù e quando arrivano alla porta sparano dei missili terra aria che è meglio stare alla larga! Però, in quanto americani, sono professionisti all'ennesima potenza e lo sport è una cosa seria, quindi il torneo a cui ho partecipato aveva un suo arbitro in *divisa ufficiale internazionale*!!! Manco stessimo giocando la champion league e il punteggio era segnato sul tabellone luminoso e c'era anche il calcolo del tempo effettivo di gioco!!!
Non ci volevo credere, e poi la partita è iniziata alle 8 spaccate e alle 8.50 spaccate è finita perchè doveva esserci tempo sufficiente per dare spazio alle squadre, uscente ed entrante, di alternarsi.
Ancora una volta gli americani mi hanno stupito, con la loro estrema efficienza. Ah, dimenticavo una cosa, partecipare ad uno di questi tornei annuali costa all'incirca $500, ma io non ho pagato nulla perchè ho giocato con la squadra aziendale della Toyota e quindi Toyota pays, per la buona salute fisica e morale dei suoi dipendenti e degli amici dei suoi dipendenti!

mercoledì 10 ottobre 2007

Il meraviglioso mondo di quark

Chi pensa che le città americane siano tutte un insieme di grattacieli e file di macchine e taxi gialli e smog e gente che corre frettolosa probabilmente non è mai stato ad Ann Arbor, o ha semplicemente visto un documentario alla televisione su New York.
Ann Arbor, fortunatamente, non è così. E' una tranquilla cittadina sonnecchiante, forse troppo, con un centro fatto di palazzi bassi e pieno di piccoli shop e locali con i tavoli all'aperto per poter enjoyare il sole che, purtroppo, tra un po' ci abbandonerà!
Un'università antica, imponente, come quelle che si vedono nei film.
Il North Campus, dove passo buona parte delle mie giornate, è in periferia (10 minuti dal centro by car) ed è totalmente immerso nella natura. Anche la mia casa, in periferia anch'essa, è immersa nella natura, mi sembra di vivere in campagna, dalla mia finestra si vedono solo alberi e la mattina vengo svegliata da animali non ben identificati: uccelli, oche, e quant'altro non vede l'ora di dare inizio ad un nuovo giorno.
Il North Campus è immerso in un bosco, e così nel breve tratto di strada che faccio a piedi, per andare dalla fermata del bus al mio ufficio, ho l'occasione di incontrare le Signore Oche, che si chiedono, un po' altezzose, dove mai starai andando e scocciate si scostano per farti passare. Poi ci sono i Sigori Cip e Ciop, basically, ti ignorano e ti camminano vicini senza problemi, tranne se si accorgono che li stai osservando, allora si fermano impettiti, smettono di rosicchiare la loro nocciola (non è uno scherzo, è proprio così come nei cartoni animati!!!) e aspettano che tu la smetta, ma cosa avrai mai da guardare con tanta insistenza, mai visto uno scoiattolo?!?
Poi c'è il sig. Formichiere, l'ho visto per la prima volta stamattina nel campo da football, che aveva finalmente la possibilità di enjoyare il campo, sgombro da noiosi energumeni che corrono dietro a una palla ovale.
Una sera mi è capitato di vedere una puzzola che attraversava la strada, e tutte le macchine che si fermavano e le davano la precedenza, anche se non stava proprio attraversano sulle strisce!
Ma la visione più incredibile in assoluto è stata quella del cerbiatto, l'ho visto attraversare incerto la strada, con le sue gambe sottili e tremolanti e anche là non ho potuto fare a meno di fermarmi, imbambolata, a guardare, Bambi, il cartone animato della mia infanzia che si materializzava davanti ai miei occhi.
Ogni giorno le foglie degli alberi diventano più rosse e iniziano a cadere, e l'autunno che arriva, signori animali, tra un po' forse non ci incontreremo più così spesso,ma è comunque stato un piacere aver fatto la vostra conoscenza!

Sogno o son desto?

Quando mi sveglio la mattina ed esco dalla mia stanza, la prima cosa che vedo (se riesco a vedere visto che qua alle 7 è ancora buio!) sono le foto di Bush.
Si, non avete capito male, non è un errore di battitura, nè un'allucinazione, sono le foto di Bush!!!
La mia landlord, si, quella pazza appunto, ha dedicato una parete della casa a Bush e al suo predecessore Regan!
E così puoi vedere patetiche foto di bush che in IRAQ stringe commosso le mani dei soldati statunitensi, oppure di quando con un'autentica faccia da babbione scende dall'aereo il giorno dell'attentato alle Torre Gemelle. E poi ci sono le foto di Regan, addirittura una foto in cui Regan incontra la Tacher!!!
Ma non è finita qua, poi ci sono tutti gli attestati dedicati a lei per aver appoggiato la campagna repubblicana, per il suo supporto, per il suo impegno.
Ed è in questi momenti che penso che mai come in america la realtà supera la fantasia!

venerdì 28 settembre 2007

Go Blue, Go!




Sabato scorso ho deciso di fare qualcosa di particolare per il mio primo week-end americano, ho deciso di fare qualcosa di realmente americano, andare a vedere i blue! Cioè andare a vedere la partita di football.
Premetto che sarà molto difficile in questo post darvi la reale dimensione di quello che è per gli americani LA partita di football, se non lo vedi e non lo vivi non lo puoi capire...io sono ancora incredula pur avendolo vissuto.
Il tutto inizia dal venerdì, quando le prime bandierine blu con la M gialla iniziano a sventolare dalle automobili di grassi e felici americani che sognano il week-end con partita alla TV e bottiglia di birra in mano: Omer Simpson non è un cartone, è la realtà vera di qua! Venite per crederci!
Se cammini per ann arbor, inizi a vedere persone che vestono la divisa dei Maize, i colori del Michigan infatti sono il Maize (giallo pannocchia) e il Blu. E poi si iniziano a vedere in giro anche i colori della squadra avversaria.
E la cosa sorprendente è che i tifosi dei Blu e quelli dell'altra squadra si bevono la birra insieme nel pub, come se fossero amici di sempre, perchè amici lo sono in quanto accomunati da questa passione sfrenata per il football!
Poi allo stadio si va rigorosamente a piedi, e più ti avvicini allo stadio più la fiumana di gente in maglietta gialla aumenta e ad un certo punto inizi a non vedere altro che magliette gialle!
Compostamente si entra allo stadio, appena dieci minuti prima dell'inizio della partita, sono tutti allegri, e nessuno ha fretta.
Quando entri allo stadio hai un colpo al cuore! E' immenso, eppure il campo è così piccolo e così vicino, ma quando si riempe tutto puoi vedere solo Giallo, anzi Maize! A quel punto, ancora immerso nella tua cultura sotto-sportiva da italiano primitivo ti chiedi: e la curva dei tifosi avversari? E la polizia?
(Devo ammetterlo, in questo, nell'aver capito il vero senso del tifo, gli americani sono anni luce distanti da noi!)
I tifosi avversari ci sono, sono mischiati tra gli altri, nessun problema, nessun poliziotto, giusto qualcuno che controlla che non si beva allo stadio, ma niente scudi o manganelli, niente assetto da guerra!
E poi lì vedi lì, tre tifosi di Penn State, giusto tre gradini sotto di te, che esultano quando la loro squadra fa punti, che fanno "boo" quando il michigan fa qualcosa di buono, normale, ognuno ha la sua squadra, ognuno la libertà di tifare per chi vuole.
La partita è un vero e proprio spettacolo e non solo per il match, ma per tutto il contorno: la partita si interrompe ogni minuti per almeno 3minuti e negli intermezzi ci sono gli spettacoli delle ginnaste dell'università del Michigan che organizzano il tifo.
Il tifo, qua è tutta un'altra cosa, nello stadio c'è una banda di più di 50 elementi, che vestiti di tutto punto e con maestro in frac e guanti bianchi (è vero non ci volevo credere nemmeno io!!!) *guidano* il tifo, i cori.
E allora sei parte di un unico coro che ripete "you suck" a ritmo di musica, o pure ci sono i cori "Go Blue, Go!" e poi tante canzoncine a cui tutti partecipano, nessuno escluso! E poi tutti tirano fuori le chiavi e fanno rumore! Tutti, tutti quanti instancabilmente per 3 ore!!! Questo sabato allo stadio eravamo 111.432, quanti fermati? Venti. Perchè? Perchè stavano consumando alcool nello stadio.
111.432 persone.
La capienza dello Stadio Olimpico, il più grande d'Italia, correggetemi se sbaglio, è di circa 100.000, quanta polizia c'è ad ogni partita?
Invece qui, alla fine della partita, tutti ordinatamente se ne vanno a casa, oppure a mangiare un hamburger, felici e contenti, la massa gialla ri-invade ordinatamente le strade. Unbelievable!

mercoledì 26 settembre 2007

Cultural shock


E così ho scoperto che esiste questa curva del "Cultural Adjustment" che dovrebbe modellare lo shock culturale del trovarsi in un paese straniero tanto diverso dal tuo. Secondo tale curva ad una fase iniziale di eccitazione per la nuova esperienza dovrebbe seguire una discesa che vede il suo punto più basso nel terzo mese di permanenza, a cui segue una graduale risalita fino al punto di normalità in corrispondenza del sesto mese. Ora la bella notizia è che io qui ci starò solo sei mesi, cioè appena il tempo di sperimentare il "cultural shock" e poi, appena le cose inizieranno ad andare per il meglio e mi sarò fatta una mia vita e degli amici qua, dovrò fare i bagagli, e andare via prima di iniziare a godermi lo spettacolo! Ora, la bella notizia è che la fase calante io ce l'ho già adesso:
1- non ne posso più di mangiare questo cibo finto e non salutare, ne sono disgustata, voglio il cibo italiano!
2- sento la mancanza dei miei amici, spesso mi sento sola e malinconica.
3- vedo la cultura americana (ma si può dire tale?) distante anni luce dalla mia, e per quello che vedo non mi piace affatto.
4- non riesco ad abituarmi al loro ritmo di vita, ma ce l'hanno poi un ritmo? Quando pranzano? Quando cenano? Quando vanno a lavorare? Non l'ho mica capito, in università arrivano alle 12, o all'una, se ne vanno alle cinque, ognuno sta per conto suo, non sanno cosa significa "mangiare insieme", non hanno il concetto del pranzo. Non avendo la macchina perdo un sacco di tempo per gli spostamenti, devo andare ogni giorno a fare la spesa, perchè non posso portarmi dietro molta roba, in quanto il supermercato non è proprio dietro l'angolo, perdo un sacco di tempo nella giornata a non fare niente. Se devi comprare qualcosa e tutto lontanissimo e devi sempre prendere almeno un bus.

Ma allora perchè questa sarebbe una bella notizia? Perchè, come mi ha fatto notare qualcuno, se sono già alla fase del terzo mese, probabilmente arriverò prima dei sei mesi a risalire la collina e forse "me la potrò un po' godere" e capirò che (in fondo) ha "qualcosa di buono" il vivere qua.

martedì 25 settembre 2007

Like Ally

e così mi sono ritrovata a mangiare il gelato dal "coppone" con il cucchiaio, l'aria un po' depressa e il pigiamone adosso, proprio come una delle più classiche puntate di Ally McBeal!
Ma come sempre la realtà è diversa dai film...come mai a lei non viene mai una paresi alle mani a reggere questo coppone ghiacciato? E come mai a lei non si scioglie tutto tra le mani imbrattando tutto il tavolo come è successo a me? Mi sa che devo fare ancora esperienza...

lunedì 24 settembre 2007

The Big Brother (or the Big Sister)

La casa del grande fratello. Prima di partire l'ho soprannominata così e adesso tenderei invece a chiamarla la casa della grande sorella, e capirete subito il perchè.
I componenti della casa: siamo in dieci! I miei flatmate (ovvero compagni del secondo piano):
-Eunate, spagnola, molto simpatica, parla italiano, dipinge ed è sempre un po' per le nuvole.
-Guss, olandese, un tipo che al mattino ha sempre i capelli sconvolti, e quell'espressione da "la vita è qualcosa che capita mentre io sono impegnato a far altro", ma è più profondo dell'idea di superficialità che da!
-Christine, olandese, bellissima, elegante, sembra essere di famiglia altolocata, non posso dire molto perchè è partita il giorno dopo che io sono arrivata, ed è tornata oggi.
Primo piano:
- Li, un cinese, che parla l'inglese con accento cinese e quindi incomprensibile, ma è un bravo ragazzo, come il suo compagno, Lai, che invece abita praticamente sotto al tetto, in quella che dovrebbe essere la mansarda. Lai lo sento al mattino precipitarsi dalla scala, che è proprio sopra la mia porta, e mi chiedo come farà mai al mattino ad essere così atletico...io mi precipiterei puntualmente dai gradini...
- Wenbo, cinese, soprannominato da me serial killer, perchè sta sempre per conto suo, non parla, nemmeno al cellulare, anche se c'è l'ha puntualmente attaccato all'orecchio! In questi ultimi giorni però ha detto qualcosa in più e mi sembra normale!
- Christen, tedesco, molto educato e un ottimo compagno per la spesa e per la partita di football, (sabato ci sono andata, bellissima! vi racconterò!)
-Courtney, americana, praticamente assente. Pensate che io sono arrivata qua sabato e l'ho conosciuta solo mercoledì sera! Non usa mai la cucina, non sta con noi, ieri l'ho vista che andava via in macchina con un cinghiale americano con macchina rossa modificata. mah! Ah, dimenticavo, Courtney vive nel garage!
E poi, last, but not the least: Shopie, la padrona di casa, the landlord!
Completamente fuori di cervello!
Non so da dove iniziare a raccontarvi!
Per esempio, l'altro giorno, ha interrotto il film che stavamo vedendo chiedendomi quanta carta usassi per andare in bagno!!!!!
E ha concluso che ne usavo troppa! E che poichè il bagno aveva problemi con lo scarico dovevo non usare carta, altrimenti avrei pagato l'idraulico che lei avrebbe chiamato!!!
Ha chiesto a Eunate di non accendere le candele, perchè qua costano care, 8dollari!
E poi domenica ha portato i due ragazzi cinesi a messa nel tentativo di convertirli, e quei poveretti si sono messi a fare foto durante la messa e al segno della pace rispondevano: "Hi, I'm Li, nice to meet you!"
Insomma è una fuori di cervello completa, e poi abbiamo scoperto che ha fatto contratti di affitto con clausole strane per ognuno di noi!
La domenica pretende che facciamo giardinaggio...ovvero li ripuliamo il giardino dalle erbacce! Il giorno dopo che sono arrivata mi ha messa a fare giardinaggio, ma io le ho tagliato l'albero tutto storto, e ho fatto finta di essere un'inetta nel campo (non mi ci è voluto molto) e allora lei, dopo un po', mi ha detto che potevo andare!
E poi ha sempre la mania che tutto deve essere pulito, ma se la prende sempre con i cinesi se qualcosa non va, è sposata con uno dieci anni più giovane di lei, ma non gliene frega niente, e vive nomade nella casa perchè non ha una sua stanza!
Tutti siamo d'accordo nell'affermare che è pazza, completamente, ma dovrebbe lasciare la casa a fine settimana, per raggiungere il suo fantomatico marito, quindi forse ci libereremo dell'occhio indiscreto della grande sorella e potremo vivere più tranquilli!

PS: Il primo giorno che sono arrivata mi sono chiusa fuori e non avevamo chiavi di riserva per la porta, allora Lai si è arrampicato su per il balcone e mi ha aperto la porta...davvero gentile, e io, come al solito, combina guai! :)

sabato 22 settembre 2007

A very funny thing!

Qua sono tutti estremamente efficienti, non fai in tempo a dire A che già ti hanno dato B e C.
Giusto per fare qualche esempio: il primo giorno che sono arrivata ho fatto una tessera, la MCard, che mi permette di viaggiare su tutti i bus della città gratis e che mi fa entrare nei building e nelle sale lettura quando queste sono chiuse.
Se apro un conto con una banca convenzionata diventa anche bancomat.
Me l'hanno fatta in 5 minuti usando una telecamera collegata direttamente al computer.
Poi sono andata all'International Student Center, dove mi hanno spiegato come vivere qui, come richiedere la drive license e il Personal Social Number e mi hanno fatto firmare il contratto per l'assicurazione sanitaria.
Tuttavia, ieri, mentre mi accingevo, comodamente seduta sulla mia poltrona, a leggere un paper e a sottolinearlo con il matitone rosso-blu, mi sono accorta che andava temperato, nel mio office nessuno aveva un temperamatite, allora sono andata dalla segretaria-"Signor Wolf"- che risolve ogni mio micro e macro problema. Lei mi ha detto che nella sala fotocopie c'era un temperamatite elettrico, contenta ci sono andata, salvo poi scoprire che le dimensioni del foro erano troppo piccole per il matitone, si insomma, a me serviva un banale temperamatite di quelli a due fori.
Sono tornata dalla Signora Wolf, la quale un po' sorpresa mi ha portato in un altra stanza, in un attimo tutto il dipartimento era mobilitato per me, tre segretarie si affannavano cercando un temperino elettrico che fosse adatto per me, ma niente, tutti uguali!
Al che la segretaria capo del Dipartimento, visibilmente dispiaciuta, è andata dalla "Segretaria-acquisti", dicendole che se trovava su internet qualcosa del genere doveva assolutamente comprarla. Intanto la "Signora Wolf" mi forniva due matite in cambio come compensazione per questo task non risolto e al mio dirle "but one is enough" rispondeva insistendo perchè le prendessi entrambe "What if you loose one?". Me ne stavo andando, quasi dispiaciuta per aver creato tutto questo trambusto, quando la Sig.ra Wolf è riemersa dall'armadio dove di trova tutta la cancelleria con una matita blu. A quel punto io ero al colmo della gioia, mentre loro erano visibilmente insoddisfatte. E già, loro non possono capire quale sensazione nuova è per me vedere un posto "che funziona", dove per avere basta chiedere e a volte non devi neanche, dove l'amministrazione lavora per te e non contro di te, dove "fare bene il proprio lavoro" è considerato un piacere, piuttosto che un dovere, dove tu non devi preoccuparti di altro che se non fare il "tuo" di lavoro.
Eppure, it was a very funny thing, vedere come l'efficienza estrema e la high technology del dipartimento erano messe in ginocchio da un banale pencil bi-colore, che necessita di un banale temperino a due fori...

PS: per inciso, la Sig. Acquisti, mi è stato detto, si occupa di comprare tutto ciò che ti serve, basta chiedere, e si occupa anche di organizzarti i vari viaggi, lei prenota tutto per te, tu non devi preoccuparti, devi solo preoccuparti di "andare". :)

martedì 18 settembre 2007

Qua è proprio l'altro mondo!

University of Michigan, Ann Arbor

:-O

Il Computer Science Building in cui trascorrerò questi sei mesi è fantascientifico...roba da non credere. Costruito da poco, appena entri trovi due mac, giusto così, per controllare la posta quando arrivi in dipartimento, dovessi essere sprovvisto di laptop!
Se invece hai il laptop c'è la wireless in tutto il buiding e puoi collegarti, oltre che dal tuo ufficio, stando comodamente seduto sul divano blu, a forma di onda, che c'è sulla sinistra appena entri, o ad uno dei tavolini del "foo bar" sulla destra.
Poi sali una rampa di scale e vedi sulla sinistra una parete interamente in vetro con un sacco di server, una cinquantina?, in esposizione.
Sulla destra quattro poltrone, just in case tu voglia rilassarti e contemporaneamente discutere con qualche tuo collega e naturalmente il tavolino in mezzo è una lavagna, su cui puoi scrivere con i pennarelli gentilmente forniti dal dipartimento.
Sali un'altra rampa e prima di arrivare al tuo ufficio trovi la sala fotocopie (limitativo chiamarla così), fotocopiatrice di ultima generazione, e tutto l'occorrente per rilegare, tagliare, e whatever, e graffette, pinze, di tutto, di più, tutto là, liberamente a tua disposizione!
Poi fai qualche altro metro e c'è la sala dotata di frigo (americano, quindi enorme), microonde, bollitore con corredo di te, caffè, zucchero, insomma tutto l'occorrente per una pausa! Poi ci sono le sale riunioni, le vedi attraverso i vetri lavorati e colorati, con poltrone, proiettore, lavagne e insomma tutto l'occorrente.
Gli studenti hanno poi laboratori con computer per connettersi a internet, con non so quante postazioni, e sale lettura con poltrona, insomma, per la serie: sarebbe un delitto non riuscire a studiare in quest'ambiente.
Oggi c'era una specie di meeting-party, tutti gli studenti del Dipartimento si incontravano alle quattro per un caffè/the, cookie, dolci, o, per chi preferisce il salato, tortillas, su una piccola terrazza del Dipartimento. Il cibo, naturalmente, messo a disposizione dal Dipartimento.
Poi se esci dal tuo building puoi trovare altre biblioteche enormi, oppure un bar, dove puoi scegliere tra tavoli, divani, o divani che si affacciano su uno schermo piatto che manda in onda le partite di football, o baseball o quant'altro, oppure una partita a biliardo o se sei stanco di tutto questo, la sala relax, dove puoi comodamente leggere un libro in poltrona, mentre uno studente volenteroso suona un VERO pianoforte a coda, rendendoti il tutto più piacevole.
Se poi ti sposti da quella che è la parte più tecnologica dell'università, nel central campus, che è la parte più antica, trovi dei palazzi antichi che comunicano austerità e importanza e sanno di sapere tramandato nel tempo.
E qui ci sono sale lettura antiche, dove puoi studiare attorniato da un secolo di storia, e ti sembra di vivere nel film "A beautiful mind", e ti aspetti che John Nash spunti lì, da qualche angolo.
Il Campus è vastissimo e perciò collegato da quattro linee di autobus, naturalmente gratuite, e di proprietà dell'università.
Do you need something else?
Just ask!

sabato 15 settembre 2007

La parte migliore del viaggio

Non so come iniziare questo post, ho paura che tra un po' qualcuno venga a svegliarmi e mi riporti alla dura e consueta realtà.
Sto viaggiando in Business Class, lo leggo scritto davanti a me, ho bisogno di un'ulteriore conferma, si, sto viaggiando in Business Class.
Come e perché questo sia accaduto lo ignoro e ho paura a chiedere perché ho paura che si accorgano che io sia un'intrusa qui e mi rispediscano indietro, appunto, alla dura e consueta realtà della Economy Class.
Ma ripercorriamo le tappe dall'inizio: arrivo al Gate, contenta del mio posto, il primo della fila, non un granché, ma almeno non hai nessuno che ti si spalla davanti...e quando il mio biglietto passa per la magica macchinetta...ecco...arriva la trasformazione, il mio viaggio si trasforma da ordinaria e faticosa traversata atlantica in straordinario e piacevole insieme di coccole da viaggio.
Ma io non lo so ancora, perché l'impiegato non mi dice niente, mi dice solo che il posto è cambiato, e mi da uno scontrino con il mio nuovo posto, io allora, scontenta di aver perso il mio, gli dico: "Ma è vicino al corridoio?", lui controlla e dice "No, finestrino, ma può chiedere, se vuole di cambiarlo", ed è allora che quando mi passa lo scontrino leggo: Business Class, non ci faccio caso, perché tanto non vorrà dire LA Business Class, e mi dirigo dall'impiegata, anche un po' scocciata, la quale subito mi da un posto corridoio.
Salgo sull'aereo e vedo che il mio posto è 12H, "buono" penso "più avanti dell'altro!".
Passo dalla Business, e, come al solito, guardo malinconicamente i "grandi sedili" confortevoli, pensando "chissà, se un giorno...", non faccio nemmeno caso al fatto che ci sia un posto 12H, il mio è si un 12H, ma in Economy...però quando arrivo in Economy i posti partono dal 24...no, non è possibile, allora qual è il mio posto?
Chiedo ad un hostess e lei mi indica esattamente un posto in Business Class e lì inizio a riflettere sullo scontrino che avevo, che poi si è trasformato in una nuova carta di imbarco...con su scritto, ora lo vedo, Business Class!!!
Faccio una fatica immane per tornare indietro, a quel posto, al 12H, sono maldestra, non capisco cosa sta succedendo, arriva il mio compagno di viaggio, un indiano, gli chiedo di aiutarmi a mettere su la valigia, lui lo fa volentieri, poi metto su la borsa del portatile e noto che lui mi guarda strano, anche gli altri mi guardano strani...e io penso: si sono accorti che non sono del loro mondo? No, in realtà è molto più semplice, in Business, lo scopro dopo, esiste un apposito posto davanti al sedile per mettere la borsa con gli effetti personali e l'eventuale laptop, il mio vicino, infatti, fa così.
E' larghissimo, c'è abbastanza posto per mettere anche le scarpe e stendere le gambe, le stendo al massimo e comunque c'è un sacco di spazio!!! Non ci posso credere, che significa? Perché? Sono tutta tesa, non mi sistemo, non tolgo le scarpe, ora, penso, verrà qualcuno a reclamare il mio posto e si scoprirà l'errore.
E invece no, l'aereo parte e io ancora non ci credo, ho un sorriso ebete e vorrei accendere il cellulare e spedire un SMS, vorrei una voce o un volto amico per dire: ehi, sono in un sogno, sto vivendo in un sogno e non so neanche perché mi è stato fatto questo dono, ma è bellissimo!
Inizio a studiare a questo punto, perché la mia poltrona va studiata, ha un sacco di congegni e può posizionarsi in vari modi...lo leggo diligentemente sul libretto delle istruzioni, e sono l'unica che lo fa, gli altri sembrano così abituati a questo tipo di comfort
Allora, scopro che c'è un posto per le scarpe, che c'è addirittura la presa per il computer e che la poltrona può addirittura stendersi del tutto, oltre ad adattarsi perfettamente al tuo corpo e ti fa pure i massaggi se glielo chiedi!!!
Ne sto usufruendo in questo momento, ti massaggia proprio alla base della schiena, lì dove ho sempre dolore quando viaggio...che sogno!
Per non parlare poi del televisore, con mille film, canali radio e TV show...ma io non ne ho usufruito per nulla, ho passato la maggior parte di questo viaggio dormendo, dormendo veramente, dormendo come nel letto di casa!
E poi il bagno, dentro c'è un fiore, crema idrante, e naturalmente è utilizzato da molte meno persone e quindi quasi sempre libero e più pulito!
Ma la parte cool arriva al momento del pranzo: tovaglietta bianca, e prima un aperitivo, ho preso del vino consigliatomi dall'hostess.
Naturalmente qui le hostess non sono solo gentili, e devo dire che quelle della Lufthansa lo sono sempre, ma anche amichevoli, non hanno fretta di servirti e si fermano a fare due chiacchiere quando ti servono.
Ho fatto amicizia con un signore americano, qui a fianco a me, è in viaggio con la moglie, all'inizio, quando mi vedeva in difficoltà con la poltrona, avrà capito che per me era la prima volta, mi suggeriva "cosa potevo fare".
Lui e la sua consorte sembrano il signore e la signora Bush (padre), i classici americani che ti aspetteresti di trovare in florida in vacanza.
Parliamo, mi dice che Ann Arbor è very nice e che mi troverò bene, nel frattempo sorseggio vino.
Ci portano il menu. L'antipasto è un cocktail di gamberi, con calma, dopo, il secondo, salmone e la hostess mi consiglia uno Chardonnay della California. Frutta per chiudere o dolce e infine caffè. La hostess passa e chiacchiera con il signore americano, Giorgio, e anche con me.
Alla fine sono un po' provata dal vino, ho voglia di dormire, Giorgio vuole chiacchierare.
Sprofondo in un sonno ristoratore e le turbolenze in questa poltrona sono ammortizzate e sembrano cullarmi, più che darmi fastidio.
Non so quanto dormo, ma quando mi sveglio è già ora di cena, il rito si ripete, tovaglia, portata unica, e poi caffè.
Questa volta prendo la Coca Cola, ho ancora molto sonno e devo stare sveglia, siamo quasi arrivati.
Quanto mancherà all'arrivo? Un'ora? Il viaggio è volato e io ne sono quasi rammaricata, perché non ho potuto usufruire di tutti gli entertainment della Business, ma è davvero volato...e adesso ne sono convinta anch'io, Giorgio aveva ragione quando all'inizio mi ha detto: questa è la parte migliore del viaggio!

Frankfurt Airport

Sono a metà del viaggio e ancora non me ne rendo conto, non me ne sono resa conto nemmeno quando il tizio al controllo passaporti, con voce metallica, mi ha chiesto: "Quanto tempo si ferma a Detroit?" e io ho risposto con naturalezza: "6 mesi".
Sarà, come qualcuno saggiamente ha suggerito, una difesa del cervello, sarà un'autodifesa, perché se veramente mi rendessi conto di quello che sta accadendo entrerei nel panico più totale, sarà.
Alla fine non mi sembra molto diverso rispetto a quando vado in giro per conferenze e passo tanto tempo bazzicando per gli aeroporti, forse me ne renderò conto quando arriverò lì, in quella che sarà la mia stanza per i prossimi sei mesi?
Mah...stay tuned! :)
Intanto riflettevo sul fatto che quando arriverò ad Ann Arbor, dopo 24 ore in viaggio, dovrò farmi il letto (dopo aver fatto magari una doccia) e disfare la valigia, perché le lenzuola sono la prima cosa che ho messo in valigia...e quindi la cosa più difficile da recuperare! :)
La gente negli aeroporti legge un sacco, mi domando se lo fa perché è annoiata o perché gli piace veramente.
Legge di tutto, giornali, soprattutto "Vanity Fair" e simili, fa il Sudoko, legge libri, io ho portato con me l'ultimo di Montalbano, sapore di Italia, ma non Carofiglio, temevo che con il suo parlare di Bari potesse venirmi troppa nostalgia...

Il nostro aereo è pronto, lo vedo "gigante" sulla pista e penso che di lì a poco sarà un puntino mentre sorvoleremo l'oceano.

Chissà di quale sorprese sarà foriero il futuro...I am waiting for them all!

martedì 11 settembre 2007

quell'ennesima ultima volta! :)

Eccoci qua, -6 alla partenza.
Un tumulto di emozioni...difficile scrivere, tutto in questi giorni è amplificato e in più ieri si è aggiunta un'altra perla, ma di questo ne parliamo in un altro post!
Inizio a salutare un po' di persone, che so che non vedrò almeno fino a natale, ed è strano, perché se anche razionalmente lo so che tre mesi passano in fretta in realtà mi sembra siano dilatati dalla distanza.
E' strano, magari passano normalmente tre mesi senza che ci si veda, anche con le persone più care, ma è diverso, perché tu sai di essere a "portata di mano", e sai che anche loro lo sono, basta una telefonata e ci si vede al solito posto per fare 4 chiacchiere, ma ora, ora è diverso.
Stamattina sono andata a messa a San Marcello, l'ultima messa lì risaliva a giugno, ecco, tre mesi appunto!
Volevo salutare la mia comunità prima di andare via, sono arrivata, ed è successo tutto in fretta, sono andata a salutare i "miei" ministranti e loro lì, tutti indaffarati, mi hanno detto che "servivo" e io ci ho messo 30 secondi ad indossare il camice ed essere pronta per il compito per cui "servivo". Mi sono ritrovata sull'altare con loro e mi sentivo commossa (emozioni amplificate), lì guardavo e guardavo gli altri lì nell'assemblea, e mi sentivo piena. Ero felice, ero felice di "servire", di reggere il messale, di sentire parole di bellezza, volevo abbracciare tutti. E infatti alla fine della messa ho abbracciato e baciato tutti...e salutato.
Sto realizzando, a poco a poco sto realizzando. Ogni tanto penso a quando sarò sull'aereo, se piangerò, a quando sarò lì, a quest'onda di emozioni, che come onda mi travolge, a volte all'improvviso, costringendomi a trattenere le lacrime.
Come oggi, quando ho salutato mia nonna, avevo voglia di piangere, e anche lei ne aveva e invece tutte e due ci guardavamo e cercavamo di ridere, di ricacciare indietro le lacrime.
Oggi pranzavo a casa e pensavo che era "l'ultima domenica", lo so che è melodrammatico, che non è l'ultima domenica, che 3 mesi passano in fretta, ma non riuscivo a non pensare così.
Avevo una specie di nodo in gola, e poi i miei genitori mi fanno tanta tenerezza, che da 1 mese a questa parte non fanno altro che farmi scegliere il menu, come se ogni giorno fosse una sorta di ultima cena!
E mi dicono "mangia che questo non lo trovi in America".
Strano o meno, so già che il cibo sarà una delle cose che più mi mancheranno laggiù.
Quando di solito vado all'estero dopo una fase iniziale di esaltazione per il cibo indigeno, di solito dopo tre giorni mi si chiude lo stomaco e inizio a sognare e pregustare la pasta che mangerò al mio ritorno.
Chissà come andrà questa volta...sono proprio curiosa di vedere come va a finire.

PS: Questo post, per quanto pubblicato in ritardo, è di domenica 9 settembre

martedì 14 agosto 2007

Quel piccolo grande pezzo di carta


Ho
il visto.
Finalmente.
Ieri, quando me l'hanno consegnato attraverso la grata del cancello del consolato di Napoli, ho realizzato.
Lì, con il mare davanti e il Vesuvio che dominava tutto dall'alto, come nelle più classiche delle cartoline, la mia prospettiva è cambiata.
E' da maggio che è cominciata la mia odissea per la preparazione dei documenti per il visto e in tutto questo tempo ero così presa dal preparare, firmare e far firmare, richiedere, fotocopiare, inviare, che non mi sono resa conto.
Il modulo DS-2019 mi è arrivato esattamente un giorno prima della mia intervista per il visto, ed i giorni precedenti non ho fatto altro che tracciare il suo percorso dagli Stati Uniti all'Italia, sperando arrivasse in tempo.
E in tutto questo tempo non mi sono mai fermata a pensare.
Non ero poi entusiasta di partire, gli Stati Uniti non mi sono mai andati troppi a genio e ogni volta che torno di lì sono sempre più critica.
Insomma, prendevo questa cosa come "qualcosa che andava fatta e basta" e ho proceduto a testa bassa tutti questi mesi...fino a ieri.
Ho alzato la testa.
Ho visto tutto da una prospettiva diversa.
Ho visto.
Ho visto tutte quelle persone lì in fila. Ho ascoltato le loro parole, guardato nei lori occhi e capito.
Occhi di speranza.
Così rara nei nostri giorni spenti che trovarne tanta tutta insieme e diversa non poteva che aprirmi gli occhi.
C'era un gruppo di siciliani, avevano viaggiato tutta la notte e si accingevano a ritornare in Sicilia...erano felici.
Un ragazzo, andava a fare una tournée negli USA, uno spettacolo teatrale con una compagnia napoletana, una ragazza, andava a fare la tesi in un'azienda. Chi andava a studiare e chi a lavorare, un unico comune sentimento: la speranza.
E ho capito.
Ho capito che, per tutti, quello non era un visto, era il "lasciapassare" per il mondo delle possibilità, era linfa vitale per le loro vite, guardavo i loro occhi e vedevo che tutti pensavano che quel piccolo foglietto incollato al passaporto avrebbe potuto cambiare le loro vite...e indipendentemente dal fatto che questo potesse essere vero o no, era bello vederli sperare, vederli credere nel loro sogno.
E allora ho iniziato a sperare anch'io, ho cambiato prospettiva, anche per me "quel fogliettino" poteva essere "una nuova via", linfa vitale, nuova linfa. E leggendo la data sul visto, 14 MARZO 2008, ho realizzato che sarebbero passati 6 mesi, che probabilmente alla fine di essi sarei stata una nuova persona, una persona diversa, perché arricchita da una nuova esperienza, che mi avrebbe certo permeata e permeandomi arricchita.
E guardando il visto sorridevo e avevo anche io gli occhi colmi di speranza.

giovedì 2 agosto 2007

Alla ricerca del bagaglio perduto...

Il viaggiatore alitalia è perennemente arrabbiato.

Non mi è mai capitato, e dico mai, che durante un volo nessuno si arrabbiasse e sfogasse il proprio rancore contro la povera hostess di turno, per l'ennesima valigia persa, per l'ennesimo ritardo e l'ennesima coincidenza mancata.

E la frase di rito con cui si concludono tutte le invettive è: "Meno male che state fallendo" o "Ma speriamo che chiudete!".

Insomma, nessuno dei viaggiatori alitalia sembra essere poi così "attaccato" alla compagnia di bandiera, anzi, ne farebbe volentieri a meno.

Io faccio parte di questo nutrito gruppo e coltivo questa speranza (remota?) che lo Stato la smetta di farsi gratuitamente del male e che se lo Stato sono io non voglio più sostenere questo scempio!

Se l'Alitalia smettesse di esistere sarebbe certo sostituita da un'altra compagnia, di sicuro più efficiente, anche perché saprebbe che per sopravvivere non potrebbe contare su sussidi, ma solo sulla sua capacità di “fare le cose per bene”, e magari le hostess sarebbero più gentili, per un senso di "fidelizzazione" nei confronti dell'azienda, che adesso manca del tutto, o, almeno, avrebbero realmente paura di perdere il lavoro e sorriderebbero almeno per "mestiere".

Purtroppo mi capita sempre di viaggiare alitalia, ogni volta dico che è l'ultima volta, ma alla fine, se parti dall'Italia i voli più comodi sono quelli...più comodi almeno all'apparenza, perchè poi, se fanno ritardo e perdi la coincidenza o ti perdono le valigie...la comodità va allegramente a farsi benedire. :)

Sorrido, smile therapy!

Prendi questo volo per vancouver, ad esempio, all'andata io ho volato: bari-milano-amsterdam-vancouver, la mia valigia, che è arrivata dopo cinque giorni, bari-roma-toronto-vancouver. Ora mi chiedo, come hanno fatto, in un aeroporto piccolo come quello di bari a sbagliarsi e mandare la valigia a roma e non a milano?!?

Dico, siamo a bari non al JFK di New York!

Al ritorno su 3 voli 2 erano alitalia ed entrambi sono partiti con 45 minuti di ritardo!

Prendi la Lufthansa, invece, le hostess sono sempre puntuali, gentili e precise e se capita un inconveniente, un imprevisto qualsiasi, non fanno altro che scusarsi dieci volte, oltre a risolverlo subito dopo, in maniera, naturalmente, efficiente.

Quando invece ti rivolgi al personale dell'Alitalia hai sempre la sensazione di sentirti un peso e se sei arrabbiato perchè hai perso il bagaglio è un problema tuo, perchè per loro sono cose che ineluttabilmente capitano e non è colpa loro e non è che puoi stare a lamentarti, in un certo senso lo devi mettere in conto.

La stessa cosa mi è capitata con il personale della KML (che sia un caso che siano partner sky team?): a vancouver mi hanno detto che per chiedere il rimborso delle spese che avevo effettuato i primi giorni che ero senza valigia dovevo rivolgermi all'ufficio di amsterdam; ad amsterdam, indovina un po', mi hanno detto che dovevo rivolgermi all'ufficio di vancouver, che loro non potevano più fare niente e allora dovevo fare tutto una volta tornata a casa, chiamando un numero che si trova in olanda, magari ad amsterdam, guarda un po'...e così dovrò fare chissà quante telefonate (pagandole di tasca mia) in olanda per avere il rimborso di quello che ho speso a vancouver quei cinque giorni che ero senza valigia.

Quando ho provato a spiegarlo all'impiegata, mi ha detto che non poteva fare niente altro per me, ma perchè, aveva fatto qualcosa?

Sembra che la tanto sbandierata "customer satisfaction", in queste lande desolate di viaggiatori allo sbando, sia ormai un miraggio!

Per non parlare dei piccoli danni al bagaglio, che l'alitalia ha deciso di non rimborsare più.

Ti si rompe una cerniera? C'è un buco alla valigia? Qualcosa di rotto? Non ti rimborsano nulla, fatti tuoi, la valigia deve essere completamente inutilizzabile per chiedere un rimborso!

Peccato che se ad ogni viaggio ti rompono un pezzo la valigia diventa davvero inutilizzabile...mai provato a chiudere la valigia quando ti si è rotto il cursore della zip?

Roba da sudarci sette camicie.

Allora, perchè non prendere la Lufthansa?

Perchè la quantità di voli dall'italia è limitata e spesso devi prendere l'AIRONE e recarti prima in germania, aggiungendo un passo in più al tuo viaggio e poi, anche l'AIRONE, non è che sia esente da pecche, è sempre una compagnia italiana! :)

Pausa

Ho scritto questo post mentre ero sull'aereo da roma per bari. Indovinate un po'? La valigia non mi è arrivata. E' ad amsterdam e non si spiega perchè visto che ho fatto scalo lì per cinque ore!!! Esiste una conclusione più degna per questo post?

Pausa

Si, esiste. Ieri sono andata all’aeroporto, perché al telefono non mi rispondevano (l’avevano staccato). Mi hanno detto che la mia valigia non era ancora arrivata, al che, hopeless, me ne stavo ritornando a casa. Dopo 10 minuti mi chiamano dicendomi che se ero ancora in aeroporto potevo prendere la valigia, perché era arrivata. Ma quando? In quei 10 minuti? No, era lì dalla sera precedente, ma nessuno si era premurato di avvisarmi, né di controllare e nemmeno di controllare al momento che ero andata lì.

Esiste una conclusione più degna per questo post? Ho quasi paura a scriverlo!

Altro che smile therapy…ohmmm!!!!!

Aeroporti

Sono all'aeroporto di vancouver e non so se sono contenta o triste di andare via. Naturalmente sono contenta di tornare per vedere le persone a me care, ma non ho alcuna voglia di rimettermi a lavoro, anche se, come sempre accade, la vita riprenderà a scorrere veloce con le sue consuetudini, più veloce del mio pensiero di pensare di ri-adattarmi alla vita normale di sempre e i giorni qui a vancouver mi sembreranno lontanissimi tra soli due giorni, come se questa vacanza-lavoro fosse avvenuta mesi fa, invece che la settimana scorsa.

Mi piacciono gli aeroporti, mi piace andare in giro per gli shop, mi piace vedere i volti diversi della gente, mi piace provare ad indovinare da quale paese provengono e poi aspettare di sentirli parlare per capire se ho indovinato o meno.

Mi piace stare negli aeroporti, mi piace il senso di sospensione che provo, sospesi, per qualche ora si resta sospesi, si sa che la permanenza in uno qualsiasi di essi è temporanea e che quindi ci si può godere il momento...tutto questo naturalmente se non si ha una short connection!

Si può andare in giro senza meta, osservare, pensare e soprattutto, finalmente, leggere.

Ho finito di leggere il libro di Carofiglio, e qualcosa di suo continua ad aleggiare nella mia anima, come è proprio delle cose che lasciano il segno. Ora sto diventando addicted al nuovo cd dei negroamaro, chissà perchè ci "attacchiamo alle cose", chissà come e perchè alcuni oggetti diventano i nostri compagni quotidiani più di altri.

In queste ultime settimane stavo sperimentando la smile therapy, basically, è sorridere, semplice.

Eh, a volte, non è tanto semplice. Però mi rendo conto che quando c'è qualcosa che ti infastidisce e sorridi è liberatorio, ti apre i polmoni e ti riesce più facile respirare e quella cosa che ti aveva infastidito non ti sembra più così concreta.

E poi ho notato che se sorridi le persone ti sorridono. L'ho appena sperimentato con una coppia qui davanti sulla cinquantina, stavo sorridendo e la signora mi stava guardando e sorrideva anche lei.

Lo so che questa terapia si presta ad essere derisa, ma, provare per credere, funziona!

A proposito di coppie non più giovani, in questo periodo mi piace osservarle, alcune sono ancora affiatate, altre sono irrimediabilmente annoiate, altre ancora sono arrabbiate, altre non sono più una coppia. Di solito le coppie più anziane sembrano più unite, ma forse solo perchè a quella età ormai diventa una questione di sostenersi a vicenda, e ci si sta vicino anche perchè si ha più bisogno l'uno dell'altro o forse perchè sentendosi più vulnerabili e deboli...non lo so, ma l'altro giorno ho visto una coppia di ottantenni a vancouver, camminavano a stento, si sostenevano barcollando, tenendosi la mano, erano una visione decisamente struggente nella sua bellezza ed estrema debolezza.

Mi piace osservare le coppie non più giovani perchè è come voler scrutare il futuro e cercare di capire come, tra le infinite possibilità, potrà essere per me, se riuscirò ad essere brava ed a non essere nè annoiata, nè arrabbiata, nè sopraffatta dalla vita e sarò ancora capace di tenere la mano al mio compagno, come fosse la prima volta.

sabato 28 luglio 2007

Vancouver, BC, Canada

I'll start!
Martin, il mio insegnante di inglese, mi ha insegnato che il futuro si usa quando fai una promessa o quando prendi una decisione spontanea e istintiva...che è praticamente la stessa cosa, altrimenti nessuno prometterebbe mai niente, se ci si mettesse d'impegno a pensare se poi potrà mantenere quello che sta promettendo.
Ma non è questo il punto.
Ho scritto I'll start perchè la decisione di iniziare un blog l'ho presa d'istinto ed è un po' una promessa che ho fatto a me stessa, ed è per questo che ho scritto "I'll start" e non "let's start!".
Come tutte le promesse non so se sarà mantenuta, se, cioè, riuscirò ad essere costante e a scrivere, non sempre, ma almeno una volta ogni tanto.
E questo è il motivo per cui stavo per abbandonare questo pensiero. Come sempre, se ti ci metti a pensare, ti accorgi che non è poi così facile mantenere una promessa!

Sono a Vancouver, la conferenza a cui ho partecipato è finita da due giorni, non ho trovato il volo per partire il giorno dopo e così mi sono dovuta trattenere due giorni in più.
Sulle prime mi sono sentita in trappola in questa città, ero sola, e non mi andava di fare la turista single, mi sembrava così triste.
Forse la realtà, quella che non si vede se guardi con uno sguardo superficiale, è che non volevo stare sola con me.
Sulle prime mi sono sentita così estranea a questa città, quando sono arrivata quelli della compagnia aerea mi hanno perso la valigia, sono arrivata al b&b e mi sentivo "spoglia", insicura senza la mia "coperta di linus".
Pensandoci dopo, mi è venuto in mente che probabilmente la valigia è il contatto ultimo con il paese che abbiamo lasciato e ci aiuta a non sentirci soli, in un paese in cui siamo effettivamente soli.
E così, sola, mentre ero nel b&b, guardando la pioggia scrosciare che mi impediva di uscire e di comprare qualcosa o semplicemente di cenare, l'unica cosa che mi ha fatto sentire a casa è stata la connessione internet. Incredibile a dirsi, ma non se ci si pensa un attimo: è la coperta di linus virtuale, il collegamento ultimo "virtuale" con casa, e in quel momento sostituiva la valigia.
Ho potuto scrivere ai miei cari, leggere la pagina del quotidiano italiano più popolare, sentirmi a casa, almeno virtualmente.
Durante i giorni della conferenza, incontrare volti noti e italiani mi ha aiutato a sentirmi di nuovo bene, anche se ogni tanto quella mancanza della mia valigia diventava un vuoto insopportabile. Mentre lo scrivo mi rendo conto che era assurdo disperarsi, come mi è capitato, ma non tutto è spiegabile.
Quando la conferenza è finita ho cambiato di nuovo albergo, e sono venuta in un b&b che ho scoperto, poi, essere un vero e proprio gioiello di vancouver, qualcosa per veri intenditori (http://corkscrewinn.com/).
Ho aperto la porta della mia stanza ed eccola lì, la mia valigia! Incredibile! Come ritrovare un vecchio amico, come risentirsi a casa.
Ora sto scrivendo dalla veranda di questo b&b, sto ascoltando il nuovo cd dei negroamaro.
E' la prima volta che scrivo dopo non mi ricordo più quanti anni che non lo facevo.
Eppure quando ero bambina sognavo di fare la scrittrice e scrivevo, scrivevo piccoli romanzi (che a me sembravano lunghissimi) e sceneggiature per il teatro...e poi dirigevo pure gli spettacoli, provavo con alcuni compagni delle elementari, che si improvvisavano attori mentre io mi improvvisavo regista e recitavo allo stesso tempo, che non è che c'erano molti attori in giro...
In questi giorni ho pensato molto a quello che faccio e soprattutto a quello che farò.
Alternavo al flusso dei pensieri la lettura di un libro di Carofiglio, comprato solo perchè costava appena 6 euro e parlava di bari...dopo le prime pagine ne sono praticamente diventata "addicted".
Ci sono libri che ti piacciono, libri che ti fanno pensare, libri che sono semplicemente belli e libri che scorrono veloci e poi ci sono quelli che invece ti entrano dentro, perchè descrivono qualcosa che hai dentro e tu non saresti capace di descrivere a parole.
E loro colgono lì quell'emozione nascosta e la portano a galla, ed è come se un po' ti liberassero di un peso, se ti portassero a respirare a pieni polmoni.
Sono quei libri che vuoi divorare da una parte e "conservarti" dall'altra, perchè quando arriverai all'ultima pagina sai già che ti dispiacerà parecchio non averli più come compagni di viaggio...ed è proprio questo il caso.
E così questo libro mi ha accompagnato, ieri sulla spiaggia di vancouver, poi all'organic coffee ed infine, prima di addormentarmi, nella mia stanza.

Piccola pausa, due tedeschi del b&b mi hanno chiesto se era mio il laptop e mi hanno chiesto se ero qui in vacanza, stessa domanda che mi ha fatto la coppia inglese stamattina, devo destare curiosità, una giovane ragazza sola, che certamente per loro non è qui in viaggio d'affari (assomiglio poco ad un business man), ma come può essere in vacanza da sola?
:)
mi viene da sorridere, mi fa pensare che la mia vita non è in fondo tanto ordinaria.

Dove eravamo rimasti?
Ho perso il filo, stasera alle 10pm ci sono i firework (http://www.vancouver.com/things_to_do/attractions/hsbc/index.htm), la coppia tedesca ci stava andando, io forse ci andrò dopo, ma è triste vederli da sola, non so perchè, ma i fuochi d'artificio mi rimandano un'immagina romantica...e quindi sono da condividere.
Non c'è gioia vera senza condivisione, forse ne sono fin troppo convinta, è questo il problema.