lunedì 31 marzo 2008

The Show Must Go On

Oggi lo scoiattolo sul tetto di fronte è abbastanza irrequieto, più o meno come me...chissà cosa ha? Continua ad andare su e giù per il tetto come un pazzo e mi chiedo cosa avrà tanto da correre su e giù...
Scrivo mentre ascolto quella che credo sia una delle più belle (e orecchiabili) canzoni del momento: Love Song di Sara Bareilles. Eh si, proprio la classica canzone "colonna sonora" che continua a ronzarti nelle orecchie anche quando sei a lezione o fai ricerca o ti lasci dondolare sul bus.
Eppure l'inizio della canzone è abbastanza inquietante: Head under water / And they tell me to breathe easy for a while / The breathing gets harder... è strano ma è esattamente come mi sento in questo momento.
A volte non riesco a respirare, e vorrei fermare il tempo, ma il tempo scorre troppo veloce e non riesci ad afferrarlo, a fermarlo, semplicemente non puoi. E mentre la vita va, tranquilla, per la gente di ann arbor, per me, ogni istante, ogni secondo, è prezioso e irripetibile. Oggi sono andata per il brunch in uno dei miei posti preferiti qui ad ann arbor, senza dubbio il mio preferito per quanto riguarda il delizioso/disgustoso (dipende dai punti di vista) mix che è il brunch! Non voglio pensare che questa è l'ultima volta, anche se probabilmente lo è, non ci voglio pensare perchè altrimenti divento triste, perchè ogni singola mia azione finisce per riempirsi inevitabilmente di malinconia!
Perchè ogni singola azione si carica di un significato enorme ed un peso difficile da sopportare.
Oggi c'è il sole, sembra primavera, e dico sembra perchè, a guardare bene, sono solo 4 gradi, ma rispetto alla neve di venerdì...è primavera. E' un trucco, vedi il sole e pensi che sia caldo là fuori ed invece è freddo.
Non voglio tornare, devo ammetterlo candidamente, forse ammetterlo mi aiuta ad accettarlo. E non è che non mi manca la mia terra e tutti gli annessi e connessi, le persone che mi aspettano, ma non è facile sapere di dover lasciare per sempre una parte di me, la mia vita qua.
Anche se dovessi tornare qua, solo la prossima estate, metà delle persone che ho conosciuto non ci saranno più, andate in altre città, per lavoro o per studio, questo pezzo di vita non tornerà più, non tutto insieme, non più così. E non voglio essere triste o malinconica, è la vita che va, the show must go on, grow up, necessario ed inevitabile. E' la vita che non permette di fermarci, che cambia scenario e ci toglie dopo averci dato tanto, e a volte ci da' più del dovuto e non sempre sappiamo ringraziare, un po' greedy, un po' disattenti.
Meno due settimane, 14 giorni, e la vita che va troppo in fretta, wake up, get up, grow up!

giovedì 27 marzo 2008

La Bicicletta

Premetto che non voglio convincervi (nè argomentare) della completa onestà degli americani, nè della completa disonestà degli italiani e che il post che sto per scrivere non ha velleità di avere validità universale e probabilmente vale solo nella piccola e ristretta cerchia di Ann Arbor, ma nonostante questo voglio raccontare!
La bicicletta.
Eh si, quando mi sono trasferita nella mia nuova abitazione ho subito notato che sotto al porch riposava una bicicletta gialla da corsa, non nuovissima, ma che sembrava poter fare ancora bene il suo mestiere.
Con il tempo mi sono abituata a vederla lì davanti, non usata, forse per il troppo freddo e la neve, in momentaneo riposo, in attesa dell'estate.
Un giorno però ho notato una cosa sconvolgente: ho notato che non era "assicurata" a nessun cancello o palo o qualsivoglia oggetto stabile e piantato in terra. L'unica assicurazione era, ed è, una catena che lega il telaio alla ruota! :-O
Cioè, questa bicicletta giace da mesi davanti alla porta di casa, non assicurata a niente. Sulle prime non ci ho creduto e mi sono attardata ad ispezionare il terreno circostante, la bicicletta stessa, magari ruote sgonfie, qualche pezzo mancante...no, niente di tutto questo, tutto era semplicemente al suo posto!
Ora la domanda nasce spontanea, almeno per me, non so a voi, quanto una bicicletta così assicurata avrebbe potuto vivere felice e tranquilla davanti alla porta della vostra casa?
Quanto tempo prima che qualche piccolo mariuolo ne venisse attratto e con mossa fulminea se ne impadronisse?
La mia risposta è 0.5 sec.
Magari il tempo potrebbe essere più lungo se la bici, invece che assicurata per mezzo del suo stesso telaio, fosse assicurata a qualcosa di ben piantato sul terreno, ma anche in quel caso...
E invece lei è lì, imperterrita, da mesi!!!
Ora non voglio ragionare sulle cause, non voglio dimostrare niente, magari è lì perchè nessuno se ne è accorto ancora, o perchè in america se qualcuno viola la tua proprietà privata puoi sparargli e sei nella ragione e non nel torto, o semplicemente Ann Arbor non è il Bronx, ma una tranquilla cittadina del mid-est! Non lo so, però mi faceva riflettere e ogni volta che torno a casa, e la vedo lì, fiera e gialla, penso che questo è proprio un bel posto dove vivere.

domenica 23 marzo 2008

Insomnia Cookie

Ieri notte, dopo la veglia di Pasqua, mi sono attardata sotto casa con Claudia a parlare.
Tra parentesi, la veglia di Pasqua qui è stata praticamente un musical, intervallato da pezzi di messa. C'era un coro di 50 elementi, accompagnato da piano, tastiera elettrica, chitarra classica, chitarra elettrica, basso, batteria, bongo, flauto, tromba e chi più ne ha più ne metta. La messa è durata tre ore e mezza, ma era sostanzialmente uno spettacolo, con i salmi che erano accompagnati da musica reggae, jazz, o rock!!! :-O
Poi ci sono stati un sacco di battesimi e cresime di gente grande, che magari si convertiva al cristianesimo, insomma è stato bello, anche perchè, come al solito, è sempre bello sperimentare la differenza!
Ma torniamo all'argomento principe del post, che scoprirete a breve.
Ero attardata in macchina con Claudia a parlare, quando ho visto Aimee, Eric e Rob uscire di casa furtivi, alle due di notte!!
All'inizio mi sono preoccupata: che ci facevano svegli e soprattutto dove stavano andando alle due di notte?!?!
Ho subito pensato che fosse successo qualcosa, ma poi, stanca di fare congetture, ho sporto la testa fuori dal finestrino e ho chiesto.
E loro sono stati felicissimi di invitarmi a fare parte della loro missione segreta: gli insomnia cookie!
Scopo della missione era recarsi presso un camioncino, che è solito appostarsi due blocchi far dalla nostra casetta, in un posto di passaggio per studenti che tornano drunk e felici a casa il sabato sera.
Questo camioncino ha nome "Insomnia Cookie" e, naturalmente, vende Cookie!
Cookie di tutti i tipi: chocolate chip, peanut, peanut butter, almond...ma non solo Cookie, anche Brownie con sopra di tutto, tra cui l'inevitabile peanut butter!
Per la serie: voglio suicidarmi con 4500 calorie, una morte ad alto tasso di zuccheri!
Non ho saputo resistere e ho comprato anch'io il mio cookie double-chocolate: un cookie più scuro della notte e con cioccolato caldo e fuso al suo interno...mhmmm...delizioso! E si, perchè il bello è che i cookie sono freschi e caldi!
E mentre tornavo a casa, con la mano, al tempo stesso, gelata e riscaldata dal cookie, pensavo che poi, questa missione, non è poi tanto diversa dalla nostra "missione al cornettaro" del dopo mezzanotte o all'uscita dal cinema. E, insomma, ho pensato che, in fondo, non siamo poi così lontani! :)

mercoledì 19 marzo 2008

Asciugacapelli...questo sconosciuto!

Quando si approda in un nuovo paese di solito si è molto attenti a notare ogni differenza e ogni similitudine con la terra natia. Poichè questo post ha l'intento di essere leggero vi parlerò di una cosa stupida, ma che continua a stupirmi...
Qui in America nessuno usa l'asciugacapelli.
Avrei dovuto averne sentore quando, da poco approdata in queste lande, ho sperimentato una difficoltà immensa nel trovarne uno, e quando finalmente l'ho trovato, era l'unico modello, e dico l'unico, in tutto l'ipermercato!
Le mie compagne di case non asciugano i capelli, ma, finita la doccia, si aggirano per la casa con questa chioma umida in testa, che, soprattutto ora che siamo in inverno, ci mette un po' per asciugarsi...con la sola forza del pensiero!
Ora, se questa può essere una cosa accettabile in primavera/estate/autunno, è assolutamente inaccettabile in inverno, con -10 gradi all'esterno!!! Ma vi dirò di più, con orrore ho assistito alla scena dei miei amici uscire di casa con i capelli ancora umidi e temperatura sotto lo zero!
Ora io mi chiedo, e vi chiedo, bisogna essere speciali? Immuni ai reumatismi? O avere qualche gene modificato? Io se non asciugo i capelli istantaneamente inizio a starnutire...e loro, invece, semplicemente non sembrano averne bisogno, mah...misteri della cultura dell'altro mondo!

sabato 8 marzo 2008

Ultimate!

In questo paese in cui lo sport è, al tempo stesso, una cosa seria, ma anche una cosa che nessuno prende troppo sul serio, esiste uno sport, che probabilmente sarà sconosciuto ai molti in Italia, come lo era per me prima di approdare qui, chiamato Ultimate frisbee!
Ora, io ho sempre considerato il Frisbee un oggetto un po' stupido, così come il lanciarselo back-and-forth sulla spiaggia, solo per fare un po' i fighi ed essere un po' come nel telefilm: baywatch, bagnini super cool!
Ma ho radicalmente cambiato idea quando ho scoperto l'Ultimate!
Le regole, in breve: 7 contro 7, 2 ragazze, 5 ragazzi, un frisbee, of course!
Campo lungo quanto quello da calcio, largo la metà, due touchdown zone come nel football, squadre che partono allineate dalle due parti opposte del campo, una, quella che difende, lancia il frisbee all'altra, che è in attacco.
Regole semplici, scopo del gioco: raccogliere il frisbee nella touchdown zone opposta rispetto a quella da dove si parte.
Anzi, errata corrige, scopo del gioco: divertirsi!
Chi ha il frisbee non può muoversi, solo lanciarlo, tempo max 10 secondi, mentre gli altri corrono come matti nel tentativo di smarcarsi dal proprio difensore!
Ok, è altamente energy-consuming, e quando gioco mi sembra di morire, correre, correre, correre...a volte mi sembra di smettere di respirare...e per questo ci sono le sostituzioni ogni 10-15 min e credetemi, non è mai abbastanza riposo!
Ma la cosa che rende speciale e diverso questo gioco è lo *spirito*, ovvero fair play elevato all'ennesima potenza.
Non solo il rispetto dell'avversario, ma anche il riconoscere l'altrui bravura, sono alla base di questo sport, per cui puoi ritrovarti ad applaudire la squadra avversaria per uno spettacolare touchdown o una instancabile difesa che ti ha tolto il punto all'ultimo momento, ma è stata troppo bella per non riconoscerlo con un applauso o un "uao!". E quando dico applaudire, dico sul serio, non in modo formale, sul serio sei contento di applaudire l'avversario e riconoscere la sua bravura!
Non c'è arbitro, quelle rare volte che un giocatore infrange una regola, tipo i passi, è il giocatore stesso a chiamare il fallo.
Se non sei troppo bravo ed esperto, vedi me per esempio, gli avversari cercano di renderti la vita facile e non pressarti troppo, così che anche tu puoi giocare e divertirti.
Alla fine del gioco tutti si stringono le mani e solitamente ogni squadra compone un filastrocca o un incitamento per la squadra avversaria. Alla fine del gioco, ed è veramente un gioco, vinto o perso non conta, si va tutti a bere una birra insieme al bar!
All'inizio io ero proprio scarsa, e non riuscivo neanche a raccogliere il frisbee quando me lo lanciavano; non pensate sia così facile, a volte sono dei veri missili terra-aria che ti segano la mano o le dita se non ci stai attento...
Ma i miei compagni di squadra non sono mai stati upset con me per questo, e hanno continuato a lanciarmi il frisbee anche se continuavo a sbagliare, e non mi hanno mai rimproverato, nè mai sono sembrati delusi da un mancato catch, mai.
E così è stato che, piano piano, anche grazie al loro aiuto, sono diventata ogni game sempre un po' più brava, sempre più confident, sempre più ultimate! E stare in campo e vedere come si ride e si scherza con l'avversario, come se si fosse amici da sempre, è indescrivibilmente nuovo e bello!
E' lo sport come dovrebbe essere, un gioco, è l'Ultimate!

venerdì 7 marzo 2008

Scambio culturale

E così è stato...quello che usualmente si dice: scambio di culture...culinarie.
Stasera, tornata stanca da una giornata come al solito piena di cose da fare, non avevo proprio voglia di mettermi a cucinare e già stavo per attaccarmi al coppone di gelato...quando...idea! Mi sono ricordata che tornando dall'Italia, e sapendo cosa mi aspettava qui, ho riempito una valigia di orecchiette, cavatelli, fricelli, taralli (dolci, salati, con lo zucchero!), biscotti, cacioricotta, grana padano e...friselle!!!!!
Si, le frise, nella mia mente, sono stata un'illuminazione di felicità immensa!
Rob era come al solito steso sul divano a leggere il suo libro sul cinema francese (quanto lo invidio!!!) e incuriosito da questo oggetto misterioso ha accettato la mia offerta...senza avere la più pallida idea di cosa stesse per mangiare, forse semplicemente fidandosi del fatto che era cibo italiano o forse semplicemente perchè era annoiato dal cinema francese!
Pochi minuti ed eccole lì, pronte con poco: olio (l'etichetta dice italiano, mhmm...), pomodori (buona approssimazione dei ciliegino) e origano (nemmeno tanto fake e con un certo piacevole odore!)
Abbiamo mangiato le frise in cucina, Rob sembrava contento, le ha proprio apprezzate, così contento che subito dopo, per sdebitarsi, mi ha offerto un hot-dog!
Voleva anche lui farmi provare qualcosa di tipico..., si qualcosa di tipico americano! :) E così mi sono ritrovata a mangiare, dopo la frisa, un hot dog, pensando che ero proprio felice, ma non per la frisa, nè per per l'hot dog, ma per il solo fatto di poterlo raccontare.

sabato 1 marzo 2008

Spring Break

Il lungo silenzio è dovuto allo Spring Break...in realtà dovremmo dire Winter Break...visto che ieri, appena tornata ad Ann Arbor sono stata accolta da una snow storm!
Ma, appunto, sono appena tornata, da dove? Dal Mexico!!!
State sintonizzati, ne leggerete delle belle!