mercoledì 26 settembre 2007
Cultural shock
E così ho scoperto che esiste questa curva del "Cultural Adjustment" che dovrebbe modellare lo shock culturale del trovarsi in un paese straniero tanto diverso dal tuo. Secondo tale curva ad una fase iniziale di eccitazione per la nuova esperienza dovrebbe seguire una discesa che vede il suo punto più basso nel terzo mese di permanenza, a cui segue una graduale risalita fino al punto di normalità in corrispondenza del sesto mese. Ora la bella notizia è che io qui ci starò solo sei mesi, cioè appena il tempo di sperimentare il "cultural shock" e poi, appena le cose inizieranno ad andare per il meglio e mi sarò fatta una mia vita e degli amici qua, dovrò fare i bagagli, e andare via prima di iniziare a godermi lo spettacolo! Ora, la bella notizia è che la fase calante io ce l'ho già adesso:
1- non ne posso più di mangiare questo cibo finto e non salutare, ne sono disgustata, voglio il cibo italiano!
2- sento la mancanza dei miei amici, spesso mi sento sola e malinconica.
3- vedo la cultura americana (ma si può dire tale?) distante anni luce dalla mia, e per quello che vedo non mi piace affatto.
4- non riesco ad abituarmi al loro ritmo di vita, ma ce l'hanno poi un ritmo? Quando pranzano? Quando cenano? Quando vanno a lavorare? Non l'ho mica capito, in università arrivano alle 12, o all'una, se ne vanno alle cinque, ognuno sta per conto suo, non sanno cosa significa "mangiare insieme", non hanno il concetto del pranzo. Non avendo la macchina perdo un sacco di tempo per gli spostamenti, devo andare ogni giorno a fare la spesa, perchè non posso portarmi dietro molta roba, in quanto il supermercato non è proprio dietro l'angolo, perdo un sacco di tempo nella giornata a non fare niente. Se devi comprare qualcosa e tutto lontanissimo e devi sempre prendere almeno un bus.
Ma allora perchè questa sarebbe una bella notizia? Perchè, come mi ha fatto notare qualcuno, se sono già alla fase del terzo mese, probabilmente arriverò prima dei sei mesi a risalire la collina e forse "me la potrò un po' godere" e capirò che (in fondo) ha "qualcosa di buono" il vivere qua.
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