Eccoci qua, -6 alla partenza.
Un tumulto di emozioni...difficile scrivere, tutto in questi giorni è amplificato e in più ieri si è aggiunta un'altra perla, ma di questo ne parliamo in un altro post!
Inizio a salutare un po' di persone, che so che non vedrò almeno fino a natale, ed è strano, perché se anche razionalmente lo so che tre mesi passano in fretta in realtà mi sembra siano dilatati dalla distanza.
E' strano, magari passano normalmente tre mesi senza che ci si veda, anche con le persone più care, ma è diverso, perché tu sai di essere a "portata di mano", e sai che anche loro lo sono, basta una telefonata e ci si vede al solito posto per fare 4 chiacchiere, ma ora, ora è diverso.
Stamattina sono andata a messa a San Marcello, l'ultima messa lì risaliva a giugno, ecco, tre mesi appunto!
Volevo salutare la mia comunità prima di andare via, sono arrivata, ed è successo tutto in fretta, sono andata a salutare i "miei" ministranti e loro lì, tutti indaffarati, mi hanno detto che "servivo" e io ci ho messo 30 secondi ad indossare il camice ed essere pronta per il compito per cui "servivo". Mi sono ritrovata sull'altare con loro e mi sentivo commossa (emozioni amplificate), lì guardavo e guardavo gli altri lì nell'assemblea, e mi sentivo piena. Ero felice, ero felice di "servire", di reggere il messale, di sentire parole di bellezza, volevo abbracciare tutti. E infatti alla fine della messa ho abbracciato e baciato tutti...e salutato.
Sto realizzando, a poco a poco sto realizzando. Ogni tanto penso a quando sarò sull'aereo, se piangerò, a quando sarò lì, a quest'onda di emozioni, che come onda mi travolge, a volte all'improvviso, costringendomi a trattenere le lacrime.
Come oggi, quando ho salutato mia nonna, avevo voglia di piangere, e anche lei ne aveva e invece tutte e due ci guardavamo e cercavamo di ridere, di ricacciare indietro le lacrime.
Oggi pranzavo a casa e pensavo che era "l'ultima domenica", lo so che è melodrammatico, che non è l'ultima domenica, che 3 mesi passano in fretta, ma non riuscivo a non pensare così.
Avevo una specie di nodo in gola, e poi i miei genitori mi fanno tanta tenerezza, che da 1 mese a questa parte non fanno altro che farmi scegliere il menu, come se ogni giorno fosse una sorta di ultima cena!
E mi dicono "mangia che questo non lo trovi in America".
Strano o meno, so già che il cibo sarà una delle cose che più mi mancheranno laggiù.
Quando di solito vado all'estero dopo una fase iniziale di esaltazione per il cibo indigeno, di solito dopo tre giorni mi si chiude lo stomaco e inizio a sognare e pregustare la pasta che mangerò al mio ritorno.
Chissà come andrà questa volta...sono proprio curiosa di vedere come va a finire.
PS: Questo post, per quanto pubblicato in ritardo, è di domenica 9 settembre
martedì 11 settembre 2007
quell'ennesima ultima volta! :)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento