Durante i giorni del Festival ho provato molte sensazioni belle. Come quella di svegliarmi al mattino e avere il "problema" di decidere quale film andare a vedere, oppure la sensazione di essere una "ragazza fortunata" per aver ricevuto questo regalo inatteso e graditissimo del Festival, una privilegiata per il solo fatto di essere a bari in questo momento.
E poi la sensazione dell'attesa che si materializzava già dalle 5 quando sapevo di avere un "appuntamento" al festival per le 7.
E poi prendere il bus, con la stessa frenesia e il batticuore di un "primo appuntamento" e la paura di non essere in tempo, di non trovare il biglietto, l'emozione e l'aspettativa di quale strascico il film avrebbe lasciato nella mia anima, se sarebbe stato o meno indimenticabile, uno di quei film "da ricordare". E poi, arrivata al Galleria, c'era sempre qualcuno più o meno famoso, ho visto, per esempio, Laura Morante, che era semplicemente bellissima, molto più che nei film, non sono riuscita ad avvicinarla perchè mi incuteva una specie di timore, quasi drammatica nella sua figura, elegante, con un impermeabile appena appoggiato, che le scopriva una spalla nuda, la matita nera del trucco che accentuava i suoi occhi quasi tristi, mi sembrava lì ad un passo ed al tempo stesso lontanissima, come se i nostri fossero due mondi separati da un velo invisibile. E poi, il problema di incontrare i nostri miti è sempre lo stesso, cosa dirgli? Cosa dirgli che non suoni banale e scontato, che non sia un complimento e ti faccia sentire ancora più piccolo dinanzi al suo cospetto? E così sono rimasta a guardarla da lontano, cercando di trovare un incipit intelligente per il mio discorso, fino a quando anche lei non è scomparsa nel buio della sala.
giovedì 22 gennaio 2009
Aneddoti dall'ItaliaFilmFest: Laura Morante
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