Intervallate alle cronache del festival, aneddoti, che escludo dai racconti, perché forse poco poetici o perché farebbero perdere di continuità alla storia, ma che comunque ritengo degni di essere citati, tanto degni da dedicargli uno spazio a parte.
E per iniziare ne citerò uno non mio, ma di Ettore Scola, che pur odiando gli aneddoti, per sua stessa ammissione, ha ritenuto tale aneddoto degno di essere citato e quindi, probabilmente, lo è.
Mentre girava "C'eravamo tanto amati", Scola chiese a Fellini di interpretare se stesso in un remake della famosa scena della Fontana di Trevi della Dolce Vita, e Fellini, che all'inizio era riluttante, si è poi convinto quando Scola gli ha promesso che non l'avrebbe inquadrato di spalle. Fellini, ha svelato, aveva un piccolo complesso relativo alla mancanza di capelli nella cosiddetta area del "calcio di rigore". E così Fellini ha accettato e Scola ha disatteso la sua promessa. Ma il punto non è questo, una sera, mentre Scola riprendeva di nascosto, quello che oggi si chiamerebbe un backstage, si compie lo scherzo al maestro. Scola manda un figurante, presentato dal direttore di produzione a Fellini come un colonnello che può essere molto utile per avere i permessi per girare e che vuole solo stringergli la mano e raccomanda a Fellini di essere molto gentile. Il finto colonnello gli si avvicina, lo guarda e dice: "E' un piacere stringere la mano al grande Rossellini!". E Fellini scoppia in una grande e grossa, ma soprattutto spontanea risata.
La sera si va a cena con lui e Mastroianni, Scola la ricorda come una delle più belle serate della sua vita.
giovedì 15 gennaio 2009
Aneddoti dall'ItaliaFilmFest: Fellini
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