In questo momento sono proprio felice, tutto sembra andare bene, sono decisamente nella fase ascendente della curva del "Cultural Adjustment"...sto bene in questa nuova casa, con i miei friendly and easy-going roommate. Li capisco e loro mi capiscono, capisco i programmi alla TV, un risultato insperato fino a pochi mesi fa, che mi rende davvero orgogliosa di me stessa! Il lavoro finalmente sembra andare bene, sto facendo finalmente qualcosa che mi piace (era ora!), e sono finalmente entrata nel meccanismo e capito cosa vogliono che faccia. Ann Arbor mi piace un sacco, la trovo così romantica e anche la neve sembra non spaventarmi più, e i -14 non li sento quasi quando esco tutta imbacuccata come una terrorista (e si, lo so che prima o poi mi arresteranno). Ho finalmente capito cosa mi piace mangiare, cosa devo ordinare al ristorante e cosa devo assolutamente evitare!!! Insomma sto bene...e quindi non dovrei scrivere questo post. Si sa che si è sempre più ispirati e portati a scrivere quando si è tristi e malinconici, non quando tutto sembra andare bene...eppure...sto scrivendo.
Scrivo perchè, in fondo, una nota di malinconia c'è, piccola e sgusciante, ma c'è.
E si, perchè tra meno di tre mesi questa esperienza sarà over. E non ho alcuna intenzione di lamentarmi, no, nessun complain, e non voglio neanche che pensiate che non mi mancate e che basti a me stessa. Ci sono un sacco di persone che mi mancano un sacco, ma so di averle.
Ma mi chiedo se, quando si è fatta esperienza della differenza, sia possibile tornare indietro, se potrò riabituarmi all'inefficienza cronica dell'Italia, a lavorare sottopagata e in un posto buio e inospitale, se sopporterò ancora la segretaria che per default mi dice: "E no, non si può fare", senza neanche provarci, e se potrò accettare il limite invalicabile imposto al numero delle possibilità.
America, terra delle possibilità. Quando sono arrivata qui mi chiedevo, senza riuscire a rispondermi, perchè tanta gente emigra, cosa li spinge, cosa li porta ad abbandonare tutto e venire qua, in questa terra lontana?
E' il sogno. Perchè qui essere intelligente e capace basta, non ti servono conoscenze, non ti serve nulla più della tua forza di volontà, ed è magnifico. E quello basta e poi il resto lo fanno gli altri.
Tu devi solo fare il tuo lavoro, perchè al resto ci pensano gli altri, è il loro lavoro!
E così, stasera, tornando a casa, avvertivo questo rivolo di malinconia e la consapevolezza che tanto mi mancherà. A cominciare dal bacon con le scramble egg, e le patate fatte a filini sottili sottili, le hash brown (che ho impiegato un mese a capire cos'erano, prima di decidermi ad ordinarle e scoprire che erano semplicemente patate!). E il gelato al caffè di starbuck, che, mi fa male dirlo, ma è buono come quello italiano, forse di più. E mi mancherà la mattina arrivare in dipartimento e andare a riempire la mia tazza gialla con la M blu di caffè, che non sarà mai buono come l'espresso, ma aiuta un sacco a mettere in moto il cervello!
E andare da Cindy quando ho un problema e scoprire, due secondi dopo, che non lo ho più.
Mi mancheranno i miei roommate e i loro "raccapriccianti" muffin al cioccolato e burro di arachidi e burro e zucchero a velo (li hanno mangiati e sono ancora vivi!!!).
E così alla fine scopri che in realtà non sei mai pienamente felice, anche quando tutto sembra andare bene, perchè hai la consapevolezza, terribilmente precisa in questo caso, che comunque finirà.
Pensavo, se solo avessimo questa stessa, precisa, consapevolezza, che niente, nessuno stato, è per sempre, anche quando siamo terribilmente tristi, se solo fossimo capaci di considerare, quando siamo nel punto più basso, che non importa, non fa niente, l'importante è vivere il presente guardando avanti, tanto, nel bene e nel male, non sarà per sempre.
martedì 22 gennaio 2008
Non per sempre
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
2 commenti:
ma sei veramente una cosa superiore!
leggendo ho visto tutto quello che hai scritto. ah però...
interessanti riflessioni :)
Posta un commento