Parole, parole, parole, scritte in un email o digitate freneticamente in una finestra di chat, manifestate platealmente su facebook o semplicemente sussurrate attraverso il caro vecchio phone o sparate in cuffia dall'mp3.
Sono queste le parole che ho trovato in questo giorno, che è uno di quei giorni in cui vorresti semplicemente andare a prendere una birra con un amico e raccontargli come stai.
Ma i miei amici sono sparsi per il mondo, tutti su facebook e nessuno qui, e oggi le parole proprio non mi bastano, non possono bastare, e le parole di una canzone servono solo a far sentire più forte la malinconia, a farla bruciare.
Oggi ho il cuore scoperto e vulnerabile, aperto al mondo e indifeso.
A volte mi capita e non mi dispiace, anche se fa male, come una ferita scoperta.
E' solo che, a volte, avresti bisogno di toccare le dita di una mano, di stringere mani nella tua, o di guardare negli occhi qualcuno che sai può leggere nei tuoi, di abbracciare e sentire il calore, di sentirsi abbracciati.
A volte le parole non possono bastare e non bastano, e non possono sostituire quella birra insieme, bevuta all'aria aperta mentre il sole tramonta, raccontandosi come va. Osservando le persone passare e la vita andare.
Ci sono gesti che nessuna parola può sostituire, di cui si ha bisogno in certe sere come questa, quando le parole, da sole, non bastano, anzi, non servono.
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