sabato 13 giugno 2009

Quando un posto si può dire casa?

Quando un posto si può dire casa? Casa nel senso di home, che gli inglesi distinguono, giustamente, da house, dedicandole un nome esclusivo. E' un mese e mezzo che sono qua, se si esclude la parentesi di budapest, bilancio? Oggi mi sento a casa, anche qui, in un piccolo paesino di montagna near Trento, che ogni giorno scopro di più, che ogni giorno mi rivela uno squarcio nuovo, un'improvvisa apertura su una valle o su dei monti...monti che sto imparando ad apprezzare. Oggi sono andata a correre e, per quanto le mie prestazioni siano ancora piuttosto scarse, la cosa mi aiuta a familiarizzare con il posto, mi aiuta a sentirmi a casa, appunto. Con in cuffia i Negrita corro, corro, corro, tra le montagne, il verde, le casette con i balconi in legno e i fiori sul davanzale, così clichè e così vere. La gente innaffia il giardino, i bambini si dondolano sull'altalena nel prato e le coppie di mezz'età vanno a fare un giro in centro, che qui si traduce nel fare cento metri e andare al bar della piazza. Cose semplici, che sanno di passato. E' così fuori dal tempo, dal frastuno, dalla corsa che corro ogni giorno questo paese, e mentre io corro per smaltire le scorie di altre corse, meno salutari, lui è lì a guardarmi. Eppure inizia a piacermi davvero. Mi piace l'idea di essere in un posto lontano dalla città, dall'università, un posto dove posso trovare me stessa. Ormai conosco la strada che porta all'università, ogni singola curva, so dove e come scalare le marcie, conosco la strada secondaria, che solo i locali conoscono, insomma, inizio a sentirmi a casa. Ci sono piccoli gesti, che iniziano a diventare abitudine, ci sono posti che iniziano a diventare familiari, ci sono persone che iniziano ad essere parte delle mie giornate...piacevolmente parte. Bari, Ann Arbor, Trento, posti che sono, sono stati e saranno home, not only house.

2 commenti:

Markus Stocker ha detto...

Non so esattamente cos'è che fa di un posto una casa, nel senso di home. So dirti, pero', tra le mie ultime due case, quella in Inghilterra è stata solo casa, tetto e mura, mentre quella a Washington è stata home. La differenza, credo, è stata la presenza di un'unica persona.

Benvenuta a casa, e ti faccio tanti auguri.

Angelo Frascella ha detto...

Semplicemente quando dovendo tornare in quel posto cominici a pensare "Torno a casa" anzichè "Torno a Trento" "ad "Ann Arbor" o "A Bari"... ;)