sabato 28 luglio 2007

Vancouver, BC, Canada

I'll start!
Martin, il mio insegnante di inglese, mi ha insegnato che il futuro si usa quando fai una promessa o quando prendi una decisione spontanea e istintiva...che è praticamente la stessa cosa, altrimenti nessuno prometterebbe mai niente, se ci si mettesse d'impegno a pensare se poi potrà mantenere quello che sta promettendo.
Ma non è questo il punto.
Ho scritto I'll start perchè la decisione di iniziare un blog l'ho presa d'istinto ed è un po' una promessa che ho fatto a me stessa, ed è per questo che ho scritto "I'll start" e non "let's start!".
Come tutte le promesse non so se sarà mantenuta, se, cioè, riuscirò ad essere costante e a scrivere, non sempre, ma almeno una volta ogni tanto.
E questo è il motivo per cui stavo per abbandonare questo pensiero. Come sempre, se ti ci metti a pensare, ti accorgi che non è poi così facile mantenere una promessa!

Sono a Vancouver, la conferenza a cui ho partecipato è finita da due giorni, non ho trovato il volo per partire il giorno dopo e così mi sono dovuta trattenere due giorni in più.
Sulle prime mi sono sentita in trappola in questa città, ero sola, e non mi andava di fare la turista single, mi sembrava così triste.
Forse la realtà, quella che non si vede se guardi con uno sguardo superficiale, è che non volevo stare sola con me.
Sulle prime mi sono sentita così estranea a questa città, quando sono arrivata quelli della compagnia aerea mi hanno perso la valigia, sono arrivata al b&b e mi sentivo "spoglia", insicura senza la mia "coperta di linus".
Pensandoci dopo, mi è venuto in mente che probabilmente la valigia è il contatto ultimo con il paese che abbiamo lasciato e ci aiuta a non sentirci soli, in un paese in cui siamo effettivamente soli.
E così, sola, mentre ero nel b&b, guardando la pioggia scrosciare che mi impediva di uscire e di comprare qualcosa o semplicemente di cenare, l'unica cosa che mi ha fatto sentire a casa è stata la connessione internet. Incredibile a dirsi, ma non se ci si pensa un attimo: è la coperta di linus virtuale, il collegamento ultimo "virtuale" con casa, e in quel momento sostituiva la valigia.
Ho potuto scrivere ai miei cari, leggere la pagina del quotidiano italiano più popolare, sentirmi a casa, almeno virtualmente.
Durante i giorni della conferenza, incontrare volti noti e italiani mi ha aiutato a sentirmi di nuovo bene, anche se ogni tanto quella mancanza della mia valigia diventava un vuoto insopportabile. Mentre lo scrivo mi rendo conto che era assurdo disperarsi, come mi è capitato, ma non tutto è spiegabile.
Quando la conferenza è finita ho cambiato di nuovo albergo, e sono venuta in un b&b che ho scoperto, poi, essere un vero e proprio gioiello di vancouver, qualcosa per veri intenditori (http://corkscrewinn.com/).
Ho aperto la porta della mia stanza ed eccola lì, la mia valigia! Incredibile! Come ritrovare un vecchio amico, come risentirsi a casa.
Ora sto scrivendo dalla veranda di questo b&b, sto ascoltando il nuovo cd dei negroamaro.
E' la prima volta che scrivo dopo non mi ricordo più quanti anni che non lo facevo.
Eppure quando ero bambina sognavo di fare la scrittrice e scrivevo, scrivevo piccoli romanzi (che a me sembravano lunghissimi) e sceneggiature per il teatro...e poi dirigevo pure gli spettacoli, provavo con alcuni compagni delle elementari, che si improvvisavano attori mentre io mi improvvisavo regista e recitavo allo stesso tempo, che non è che c'erano molti attori in giro...
In questi giorni ho pensato molto a quello che faccio e soprattutto a quello che farò.
Alternavo al flusso dei pensieri la lettura di un libro di Carofiglio, comprato solo perchè costava appena 6 euro e parlava di bari...dopo le prime pagine ne sono praticamente diventata "addicted".
Ci sono libri che ti piacciono, libri che ti fanno pensare, libri che sono semplicemente belli e libri che scorrono veloci e poi ci sono quelli che invece ti entrano dentro, perchè descrivono qualcosa che hai dentro e tu non saresti capace di descrivere a parole.
E loro colgono lì quell'emozione nascosta e la portano a galla, ed è come se un po' ti liberassero di un peso, se ti portassero a respirare a pieni polmoni.
Sono quei libri che vuoi divorare da una parte e "conservarti" dall'altra, perchè quando arriverai all'ultima pagina sai già che ti dispiacerà parecchio non averli più come compagni di viaggio...ed è proprio questo il caso.
E così questo libro mi ha accompagnato, ieri sulla spiaggia di vancouver, poi all'organic coffee ed infine, prima di addormentarmi, nella mia stanza.

Piccola pausa, due tedeschi del b&b mi hanno chiesto se era mio il laptop e mi hanno chiesto se ero qui in vacanza, stessa domanda che mi ha fatto la coppia inglese stamattina, devo destare curiosità, una giovane ragazza sola, che certamente per loro non è qui in viaggio d'affari (assomiglio poco ad un business man), ma come può essere in vacanza da sola?
:)
mi viene da sorridere, mi fa pensare che la mia vita non è in fondo tanto ordinaria.

Dove eravamo rimasti?
Ho perso il filo, stasera alle 10pm ci sono i firework (http://www.vancouver.com/things_to_do/attractions/hsbc/index.htm), la coppia tedesca ci stava andando, io forse ci andrò dopo, ma è triste vederli da sola, non so perchè, ma i fuochi d'artificio mi rimandano un'immagina romantica...e quindi sono da condividere.
Non c'è gioia vera senza condivisione, forse ne sono fin troppo convinta, è questo il problema.